VARIOUS – ‘Mike Taylor Remembered’ cover albumSpesso indicato come il ‘Syd Barrett della scena avant-jazz’, il pianista e cantautore britannico Mike Taylor è morto tragicamente giovane, lasciando solo due album a proprio nome, oltre ad alcuni testi per il capolavoro dei Cream “Wheels Of Fire”. Nel 1973, sotto la direzione di Neil Ardley, molti degli artisti che avevano lavorato con lui registrarono un disco di musica orchestrale, brani jazz e canzoni di Taylor come memoriale per lui e per preservare il suo lavoro di compositore e cantautore per i posteri. Tratto dai nastri originali conservati da Ardley, questo è l’acclamato tributo a un maestro della sua arte da parte di amici e colleghi, uno spaccato del più ispirato jazz britannico dell’epoca.

Mike Taylor era un notevole pianista e compositore jazz britannico che morì poco più che trentenne, per incidente o suicidio, nel 1969. A quel punto era più o meno un vagabondo e aveva appena registrato; ma conosceva i jazzisti britannici inclini all’R&B, tra cui Jack Bruce e il batterista Ginger Baker, e ha co-scritto tre pezzi per “Wheels of Fire”. Non si può certo dire che il pianista inglese sia stato un abitante fortunato del nostro pianeta. Pur godendo di grande considerazione fra i suoi colleghi inglesi (da Jon Hiseman a Jack Bruce, da Ginger Baker a Dave Gelly) a metà degli anni sessanta, quando il jazz era ancora ben distinto dal rock, pur avendo pubblicato due album (da anni praticamente introvabili) e pur avendo scritto tre brani assieme a Ginger Baker che poi li portò al successo coi Cream, non è mai riuscito a vivere il successo e l’agiatezza che probabilmente avrebbe successivamente incontrato se la sua giovane vita non fosse terminata tragicamente nel fiume Tamigi, dove il suo corpo venne ritrovato verso la fine di gennaio del 1969.

Quattro anni dopo, un manipolo di ottimi musicisti inglesi, fra i quali è doveroso citare almeno Ian Carr, Neil Ardley, Barbara Thompson, Stan Sulzmann e i sunnominati Dave Gelly e Jon Hiseman, si ritrovò negli studi di registrazione per un tributo che rimase inedito per oltre trent’anni, prima che la benemerita Dusk Fire Records trovasse il modo per pubblicarlo.

Nel libretto di quella stampa, il saxofonista Dave Gelly racconta con dovizia di particolari i dettagli non troppo allegri della vita di questo sfortunato musicista e ci offre tutti gli elementi per meglio comprendere e apprezzare la sua musica. Le composizioni eseguite in questo album furono recuperate per caso, mentre stavano per essere bruciate in mezzo a fogli finiti nel cestino delle cose da buttare, da Jon Hiseman che nel frattempo era diventato il proprietario dell’appartamento che Taylor aveva utilizzato prima di diventare un homeless per gli ultimi anni della sua breve vita. Le partiture erano spesso incomplete, alcune, forse, non erano mai state scritte, altre erano andate disperse per sempre. Ma fortunatamente i musicisti coinvolti in questo appassionato tributo erano in primis anche grandi amici dello sfortunato Mike e quindi non fu per loro troppo difficile ricreare le parti mancanti, nel pieno rispetto del linguaggio compositivo del pianista scomparso.

Un approccio spesso austero, raffinato e allo stesso tempo visionario e in anticipo sui tempi. In parte derivativo dello stile hard bop che fece da linguaggio di base per molti jazzisti cresciuti in quegli anni, ma allo stesso tempo fresco, originale, molto bene organizzato, lontano da derive spontaneistiche che qualche volta in quell’epoca avevano preso il sopravvento. La formazione decisamente allargata che si trovò ad eseguire questi brani consentì agli arrangiatori di usare tutti i colori della paletta timbrica, moltiplicando le sfumature e i punti di vista. Un lavoro corale dove emergono l’eleganza della voce di Norma Winstone, il calore del sax di Stan Sulzmann, la brillantezza della tromba di Ian Carr.

Questo album può essere certamente annoverato fra le cose importanti di quella stagione che vide il jazz andare a braccetto con il rock e con il blues in un sodalizio che trovò in Inghilterra e in particolare a Londra le condizioni ottimali per poter far sbocciare fiori profumati come questo. Finalmente ripubblicato in vinile…occasione da non perdere!!!


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