VARIOUS – ‘Mighty Fine: An Austin City Limits Tribute To Walter Hyatt’ cover albumQuesto è uno degli archivi, ma con più di un semplice interesse storico. La registrazione risale a una trasmissione del 1997 di un tributo degli Austin City Limits a Walter Hyatt, un talentuoso cantautore che aveva adottato Austin come sua casa alcuni anni prima solo per morire tragicamente in un incidente aereo l’anno prima di questo tributo.

Sia come solista che come frontman della Uncle Walt’s Band, Hyatt ha avuto un paio di grandi fan all’inizio: Willis Alan Ramsey e Lyle Lovett. Ramsey convinse Walter a lasciare la sua casa nella Carolina del Sud e trasferirsi Austin, e Lovett lo portò con sé in alcuni dei suoi primi tour nazionali. È facile vedere cosa ammiravano Ramsey e Lovett: un bravo cantautore che scambiava temi simili e usava l’umorismo per mascherare ogni sorta di dolore e insicurezze.

“Mighty Fine” è all’altezza del suo titolo. È perfettamente registrato e suonato di fronte a un pubblico entusiasta e il set include anche brani eseguiti, ma non inclusi, nella trasmissione originale. Inoltre, l’aggiunta di quattro spettacoli inediti di Walter Hyatt serve ad addolcire il piatto.

Tuttavia, la scena ad Austin nel 1996 era un po’ sterile e le esibizioni in molti spettacoli di Austin City Limits erano spesso decisamente leggere. Era come se la radio pubblica non volesse alzare il volume, quindi c’era questo sforzo consapevole per evitare ogni parvenza di rock ‘n’ roll. Troppo spesso, le esibizioni di ACL erano eccessivamente di buon gusto e, purtroppo, intercambiabili.

Questo è il mestiere di cantautore, i soggetti di cui Hyatt ha scelto di cantare, il ritmo lirico, l’originalità e la versatilità. Stellare. Dall’apertura “As the Crow Flies”, di Willis Alan Ramsey (in una rara apparizione), “Houston Town”, con Dave Ball, l’impeccabile “Georgia Rose”, di Jimmie Dale Gilmore e l’urgente Marcia Ball che si scatena in ” Are We There Yet Momma”, con scintille dal sax di Jim Hoke. Tutto vitale, meritevole della penna di Walter.

Tra gli artisti presenti c’è David Halley, Allison Moorer, Junior Brown, Lyle Lovett con Shawn Colvin, Champ Hood (chitarra/violino) che esegue un bellissimo “Going To New Orleans”. Ci sono anche 4 brani dello scomparso cantautore inediti. Tanti i convenevoli: “Diggeroo”, in stile rockabilly eseguito dal brillante chitarrista incendiario Junior Brown.

Musicisti: Rick Plant, (basso/chitarra), Brad Fordham, Victor Krauss (basso), Billy Block (batteria), James Gilmer (percussioni), Rick Gordon (chitarra solista), Jim Hoke (sax/autoharp/armonica), John Simon (piano), Rob Gjersoe (chitarra), John Hager, Austin Hoke (violoncello), Chris Carmichael (arrangiamento archi), Jerry Douglas (dobro), Steve Herman (tromba), Byron House (basso acustico), Dianne Killen (armonia voce), Tom Roady (percussioni; ha suonato la batteria con The Wilkinson’s nel 1998) e Kristen Weber (violino/viola).

È la rappresentazione di un mondo musicale vecchio stampo, piccolo ed affascinante, con rimandi ad uno stile sonoro che viene dal passato. Un disco per coloro a cui piacciono le piccole cose e le scenografie in bianco e nero!!!


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