TONY ALLEN: “There Is No End” cover albumUn anno prima della morte, avvenuta nella primavera del 2020 all’età di 79 anni, Tony Allen aveva messo in piedi un progetto a tema hip hop, coinvolgendo diversi rapper e vocalist, tra cui Skepta, Danny Brown, Sampa the Great e Lava La Rue. Quel disco, dall’evocativo titolo “There Is No End”, ha visto la luce il 30 aprile, primo anniversario della scomparsa, per Decca Records France (la pubblicazione è stata posticipata al 7 maggio). Secondo Vincer Taeger, produttore dell’opera assieme a Vincent Taurelle e lo stesso Allen, l’idea del leggendario percussionista era di concedere la più totale libertà ai rapper, dando vita dunque non al classico disco afrobeat, ma a qualcosa di nuovo e aperto, pur sempre radicato nel cuore dell’hip hop. Molti artisti, tra l’altro, hanno registrato le parti vocali dopo la morte dell’artista di Lagos.

Ad anticiparlo, il singolo “Cosmosis”, con il featuring di Skepta, del poeta nigeriano Ben Okri e la co-produzione dell’amico e più volte collaboratore Damon Albarn, che vide per l’ultima volta Allen proprio in occasione di quella session, ricordata dal leader dei Blur come una notte stupenda.

Il desiderio e il fine di Tony erano lavorare con giovani artisti, in particolare con i rapper di nuova generazione: dagli esordi con Fela Kuti, concepiva la musica come messaggio non solo politico e polemico, ma anche come mezzo per sanare le fratture del mondo contemporaneo.

Presenta le apparizioni di una nuova generazione di rapper e musicisti: Skepta e Sampa the Great sono nomi che la maggior parte conoscerà; artisti come il rapper di Charlotte Lord Jah-Monte Ogbon e Nah Eeto di Nairobi portano quantità meno conosciute, ma qualità non meno impressionanti nella mischia, tutti uniti in modo coerente dal maestro del ritmo di Lagos. Sampa si esibisce tra le battute in “Falling Down” sulla traccia musicale di apertura, portando grande energia al progetto; Tsunami porta vibrazioni gangster a “Très Magnifique” con l’intricato lavoro di trappola di Allen che, da solo, sembra almeno un paio di batteristi. È un album esplorativo ed esuberante dall’inizio alla fine, e incarna l’insaziabile curiosità che lo ha portato a lavorare con così tanti artisti di così tanti generi diversi, una celebrazione dell’impegno collettivo e della vita stessa.

“Cosmosis” è un vero e proprio banger, senza dubbio una delle tracce più importanti di questo incredibile album. Cavolo, è molto probabilmente il miglior brano pubblicato da chiunque quest’anno (finora). È l’unica canzone che è stata effettivamente registrata ‘dal vivo’, con tutti gli strumenti che suonavano insieme. Allen, insieme a Damon Albarn e Skepta, avevano appena finito di registrare “How Far” per il disco dei Gorillaz dell’anno scorso, “Song Machine”, quando furono raggiunti in studio dal leggendario poeta e autore nigeriano Ben Okri. Nonostante l’ora tarda, tornarono al lavoro e, come avevano fatto tante volte prima, intrecciarono il groove africano di Allen con la sensibilità pop occidentale di Albarn. Oltre a questo, Okri ha consegnato una serie di potenti passaggi di parole, alcuni tratti dalla sua poesia, “The Present Moment”, altri il prodotto dell’atmosfera in studio in quel momento. Skepta ha aumentato la traccia con il suo rap rovente. Tutto si è riunito per creare un tour de force assoluto.

Il produttore, Vincent Taeger, spiega che nel gettare le basi per questo lavoro, Allen letteralmente suonava alla batteria mentre ascoltava iconici brani hip-hop con le sue cuffie. Non per imitare i beat, ma piuttosto per interpretarli nel suo modo ineguagliabile, fondendo groove hip-hop americani con ritmi dell’Africa occidentale. In tal modo, ha realizzato un ricco arazzo, sul quale gli altri artisti sono invitati a sovrapporre il proprio dono speciale. Questo era il piano, tuttavia, come spesso vuole, il destino ha giocato uno scherzo crudele. Tragicamente, Tony Allen è morto prima che molti dei rapper avessero la possibilità di registrare. Fortunatamente, l’universo che aveva immaginato era stato completato. Il suo magico paesaggio testuale era stato creato, pronto per la generazione successiva a raccogliere il testimone. E lo hanno fatto.

Il prodotto finale è piuttosto abbagliante!!!


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