Il Tohru Aizawa Quartet nel 1975 era semplicemente un gruppo di quattro studenti universitari che diede prova delle proprie immense qualità musicali a quei pochi fortunati che ebbero l’onore di ascoltare “Tachibana” nella sua prima edizione. Pochi fortunati davvero: il loro produttore aveva stampato solo alcune centinaia di copie dell’album e la bravura del quartetto era rimasta oggetto di culto soltanto di un manipolo di ossessivi cultori di jazz giapponese.
Tutto questo fino all’arrivo della compilation “J Jazz: Deep Modern Jazz from Japan 1969‐1984” della BBE, che, contenendo uno dei loro brani migliori, ha portato il Tohru Aizawa Quartet all’attenzione degli appassionati di jazz di tutto il mondo.
Ecco perché la BBE ha deciso di ristampare questo album: una scoperta avvenuta tardi è pur sempre una scoperta e “Tachibana” meritava decisamente una diffusione maggiore. È il perfetto album jazz giapponese degli anni ‘70: pezzi inediti caratterizzati da un groove di batteria eccezionalmente innovativo e dal tocco di armonia dato dal sax, oltre a due cover che hanno fatto la storia del genere, “La Fiesta” di Chick Corea e “Samba de Orfeu” di Luiz Bonfá.


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