I This Heat sono Charles Hayward (percussioni, tastiere, canto), Charles Bullen (chitarra, clarinetto, viola) e Gareth Williams (tastiere, basso, chitarra).
Nascono a Londra nel 1975 in un contesto musicale molto particolare, l’ambiente è quello delle case occupate e l’ambito culturale è quello della controcultura (facevano parte del London Musicians’ Collective), in definitiva lo stesso in cui ha avuto origine il punk. Con scarsissimi mezzi economici, i tre iniziano a registrare su tape ogni loro sessione e grazie al fatto che Gareth Williams nasce proprio come ‘manipolatore di nastri’, il materiale di questo periodo andrà ad originare i contenuti dei tre album ristampati ora in vinile dalla Modern Classics Recordings, ‘Made Available’, ‘Live 80/81’ e ‘Repeat’.
I tre sono dediti all’improvvisazione e lontanissimi dalla forma canzone, suonano ogni singolo oggetto che percosso possa emettere un suono e giocattoli sonori, e anche quando si avvalgono degli strumenti tradizionali, sono soliti filtrare il suono tramite strumentazioni elettroniche oppure utilizzare loop e sovraincisioni.
In un’ipotetica geografia musicale i This Heat si possono collocare sulla strada che dalla scuola di Canterbury porta al nascituro industrial, e non va dimenticata l’ascendenza che avranno su fenomeni futuri quali la jungle. E nemmeno bisogna dimenticare che musica concreta, aleatoria, dub, free jazz e prog- rock hanno avuto un ruolo importante nello stile dei This Heat.
Si sciolgono nel 1982, e non raggiungeranno mai nessuna notorietà, ma la loro opera non ha mai smesso di essere un tesoro nascoso ed inaccessibile ai più.

‘Made Available’
‘Made Available’ non è altro che la pubblicazione delle due performances che hanno avuto luogo negli studi della BBC il 28 marzo e il 26 ottobre del 1977, quando per la prestigiosa radio lavorava John Peel.
La dimensione live era indubbiamente quella ideale per il trio, e le loro esibizioni sono ricordate come eventi (musicalmente) violenti ed estremi. Sperimentavano e improvvisavano, ed utilizzavano già basi su nastro dal vivo, cosa che provocò discussioni in sede di registrazione. Gli operatori della BBC non riuscivano a comprendere che l’utilizzo di nastri registrati fosse parte integrante dell’esibizione live ed il fatto che fossero pre-registrati non impediva loro di essere utilizzati come uno strumento che suona nelle mani del musicista, esattamente come qualsiasi altro. L’avanguardia, come sempre, comunica meglio col futuro che col presente.
 


‘Live 80/81’
Le tracce di quest’album sono tratte da diversi live svoltisi in Olanda, Danimarca, Francia e Austria tra l’aprile 1980 ed il giugno 1981. I brani sono tratti da ‘Made Available’ e dai due album ufficiali ‘This Heat’ (1979) e ‘Deceit’ (1981). La qualità della registrazione è quella che un tempo avevano i bootleg, cioè pessima. D’altra parte furono registrati su cassetta e la presa era dovuta semplicemente ad un microfono posto di fianco all’amplificatore. Tuttavia non si può negare il fascino misterioso che le manipolazioni continue dei brani praticate improvvisando coinvolga il lato più oscuro dell’immaginazione.
Terrorismo sonoro come gesto estetico estremo.
 


‘Repeat/Metal’
‘Repeat/Metal’ è composto da tre tracce, la prima, ‘Repeat’ è registrata alla Workhouse di Old Kent Road nel 1979 e vede la collaborazione di David Cunningham dei Flying Lizard in fase di produzione. Si tratta di una rilettura allucinata a tinte dub di ’24 Track Loop’, brano che sarà contenuto nell’omonimo album d’esordio.
I due brani successivi, ‘Metal’ e ‘Graphic/Varispeed’ sono registrati alla Cold Storage, uno studio di registrazione ricavato da un edificio che era un magazzino per carni surgelate. Vi furono introdotti dallo stesso Cunningham e Charles Hayward ricorda che la prima volta che vi entrarono, già nel 1976, ebbero l’impressione di essere in un film horror italiano dell’epoca, era buio e c’era la nebbiolina tipica degli ambienti refrigerati. Va da sé che un tale luogo si sarebbe prima o poi posto sulla strada dei This Heat, e così i due album ufficiali sono quasi integralmente frutto di registrazioni alla Cold Storage.
A differenza di ‘Repet’ i due brani registrati, in parte o per intero, alla Cold Storage sono molto cerebrali, asettici. ‘Metal’ è frutto di una sperimentazione simil-gamelan, ripetitiva e seriale, ‘Graphic/Varispeed’ è completamente sintetica, una serie di suoni prodotti dall’harmonizer manipolati in diverse maniere.
 


Le ristampe del materiale dei This Heat pre-Cold Storage sono un’opportunità innegabile per avventurarsi in una landa della musica inglese della seconda metà dei Settanta che non è arrivata ai nostri tempi sospinta dai moti ciclici delle mode, ma che detiene la premonizione di molta della musica che sarà negli anni a venire, soprattutto per l’innovatività dei metodi sperimentati.
Questo il manifesto della loro estetica, quasi una eco dalle tinte futuriste:
‘Tutti i processi possibili. Tutti i canali aperti. All’erta ventiquattr’ore su ventiquattro’


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