THE ORIELLES – ‘Tableau’ cover albumQuando gli Orielles hanno intrapreso la creazione di “Tableau”, hanno spostato la loro produzione tecnica su una che privilegiava la creatività estrema. Ciò che è emerso è il loro rilascio più sperimentale ed esilarante fino ad oggi, esistente come prodotto dell’energia pandemica repressa, quando la loro pratica artistica solitamente affiatata era severa.

Una reinvenzione dell’indie lo-fi e fai-da-te che ha definito i loro primi giorni, “Tableau” è il primo disco veramente contemporaneo dei nostri. Al suo interno, creano un universo sonoro interamente avvolto in un’oscurità ammaliante e caotica, che spazia dalla danza euforica (“Airtight” e “The Room”) al vero pop (“Darkened Corners”) e all’indie indipendente dagli Stereolab (“Chromo II’). Il loro quarto lavoro è incentrato su una nuova mentalità in cui i membri Sidonie Hand-Halford, Esmé Dee Hand-Halford e Henry Carlyle Wade hanno reimmaginato il tempo in studio come un’opportunità per sperimentare e perfezionare il proprio mestiere. Registrato nella città costiera di Eastbourne, dove i pasti condivisi erano considerati importanti quanto la registrazione stessa, “Tableau” è rigorosamente senza demo e autoprodotto, in collaborazione con Joel Anthony Patchett.

Sebbene non sia dissimile da molte delle uscite del 2022, in quanto esiste ai margini della vita post-pandemia, l’approccio del gruppo alla registrazione è forse debitore non della turbolenza ma della quiete del decennio finora. La sua libertà è forgiata attraverso una metodologia concisa, poiché la band ha approfondito tecniche sperimentali, tra cui le famose carte ‘Oblique Strategy’ di Brian Eno, il metodo di punteggio grafico di Wadada Leo Smith e persino il proprio metodo di editing e riarrangiamento chiamato ‘To Goyt it’ (la Goyt Valley è una torbida brughiera alberata intorno al fiume Goyt, situata appena fuori Buxton, al confine tra Cheshire e Derbyshire. La valle del Goyt presta anche il suo nome a quello che gli Orielles chiamano il metodo Goyt. Il processo si sarebbe sbloccato e sarebbe diventato centrale per la creazione di “Tableau”).

Questo cambiamento di approccio sembra consolidare una nuova era per la band, quella che è completamente in mostra in “The Improvisation 001”, un’inquietante improvvisazione single-take con il Northern Session Collective (le cui corde definiscono gran parte dell’atmosfera del lavoro) che racchiude il paesaggio sonoro tentacolare e ultraterreno di “Tableau”. Fa anche spazio a momenti di pura bellezza, come “Beam/s”, il singolo principale davvero sbalorditivo in cui la voce di Esme è ancorata ad un crescendo elettrizzante di sintetizzatori spaziali e batteria veloce e distorta. Qui l’unità della band come insieme artistico è inconfondibile.

L’LP vede gli Orielles avventurarsi nell’ignoto, con l’unica ambizione di testare i propri limiti (o la loro mancanza). Ci riescono, riaffiorando con una nuova visione e dando un esempio di ciò che può accadere quando gli artisti hanno l’opportunità di divertirsi in una creatività piena, sfrenata e sconfinata!!!


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