Sette cover registrate nel settembre del 2019 e tre registrazioni vintage recuperate fra il ciarpame realizzato dai Galileo 7 durante tutta la loro carriera.
Con questa scorta di pezzi altrui la band inglese celebra come può questo decennale e chiude dignitosissimamente questo 2020 che li ha tenuti per forza di cose lontani dal palco e dagli studi. Concepito e per lo più registrato l’anno scorso prima che il mondo cambiasse … Dieci versioni in studio di cover che hanno suonato in vari concerti nel corso degli anni. ‘Una collezione garage psichedelica fantasy praticamente perfetta’ dice Ged Babey, ‘nonostante non sia un esperto di Freakbeat o conosca metà degli originali’.
Questo album, dall’inizio alla fine, è solo una tale gioia evasiva! È come se i Groovy, Swinging, Psychedelic Sixties non fossero mai finiti … (sì, lo so, alcune delle canzoni risalgono agli anni ’70 e ’80 …) È la colonna sonora immaginaria del miglior film degli anni Sessanta non realizzato in Inghilterra. I Galileo 7 sono un’altra band derivata dalla scena del Delta del Medway che ci ha regalato The Milkshakes e The Prisoners e i cui vari membri, Billy Childish, Mickey Hampshire, Graham Day continuano a fare musica fresca e interessante oggi, sotto varie forme.
Allan Crockford era il bassista dei Prisoners, ha suonato nel James Taylor Quartet, i Prime Movers, i Solar Flares e una mezza dozzina di altre band dalla fine degli anni ’70, ma negli ultimi dieci anni ha guidato i Galileo 7 con sua moglie Viv (tastiere), Mole alla batteria e Paul Moss al basso. Hanno un intero catalogo di 6 album, e sono ansiosi di sottolineare che questo album di cover sarebbe stato solo ‘per divertimento’. Il fatto è che è semplicemente indispensabile – lo stesso accaduto per l’album di ‘cover’ dei Blue Orchids, “Magical Record”, l’anno scorso.
Potrebbe quasi essere visto come un concept in quanto le canzoni coprono diversi aspetti della vita, delle relazioni, dell’immaginazione e concludono, forse, che devi solo sfruttare al meglio il viaggio. La fulminante cover dei Pink Floyd, “Astronomy Domine”, è il fulcro del disco (gli audiofili a cui piace che la loro musica suoni incontaminata e l’alta definizione nitida, tuttavia, attenzione, questa è una band Garage).
A proposito, la versione di “The Day The World Turned Day-Glo” è una sorpresa, in quanto la linea del sax è suonata su un organo – e suona ancora in modo fantastico. Se ricordi il vecchio tema di “Weekend World TV”, l’organo suona un po’ così! La voce di Viv è perfetta, non un’imitazione di Poly, solo eseguita bene, con un evidente affetto per la canzone. Dimostra semmai che gli X-Ray Spex fossero letteralmente un combo psichedelico, come nella band che altera l’umore senza il paisley e le droghe.
“Him or Me (What’s It Gonna Be)” una canzone del 1967 di Paul Revere & The Raiders è l’archetipo del Merseybeat ma viene trasformata per mano dei nostri. “Paper Dolls” è un pezzo sublime di Power Pop, originariamente dei Nerves (che ha anche scritto “Hanging On The Telephone”, un successo per i Blondie). “Tattoo” degli Who è tratta dal loro terzo album del 1967, “Who Sell Out” ed è sicuramente un brano minore del quartetto inglese. Uno dei preferiti dai fan, “Reynard The Fox” dall’album “Fried” di Julian Cope è stato trasformato in una bellissima versione senza il monologo di Cope alla Jim Morrison.
Terry Reid è un artista poco conosciuto, sarebbe potuto diventare il cantante dei Led Zeppelin, ma rifiutò, ma il riff principale di “Tinker Taylor” lo si conosceva perché era un po’ acquisito di seconda mano dai Manic Street Preachers per il loro “Jackie Collins Existential Question Time”. “Circle Sky” proviene dai Monkees di “Head” come tutti sappiamo … e Galileo 7 ne è uscito alla grande. “Kingdom Of Love” è una composizione di Robyn Hitchcock dei Soft Boys di “Underwater Moonlight” e il gruppo la rende unica. Pop psichedelico inquietante ma inebriante …
Se avete voglia di divertimento è il classico disco che non dovete mancare, grande rispetto per gli originali, ma con un tiro da far paura!!!
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