Sono trascorsi trentasei anni dall’esordio dei The Chills , gruppo neozelandese, guidato dalla figura del cantante, chitarrista e compositore Martin Phillips.
Il gruppo viene inserito in quel contesto musicale che risponde al nome di “Dunedin sound”, cioè il suono proveniente dalla cittadina universitaria di Dunedin appartenente all’Isola Sud della Nuova Zelanda.
Assieme al gruppo di Phillips possiamo annoverare in quel contesto formazioni quali The Clean, The Verlaines, Tall Dwarfs che ebbero la opportunità di farsi conoscere grazie all’etichetta indipendente Flying Nun Records fondata nel 1981 da Roger Shepherd.
Vi chiederete quale sia la musica proposta da queste band, ebbene si tratta di una commistione che comprende aspetti dei Velvet Undrground, The Stooges aromi folk-rock psichedelici, rimandi al post-punk suonati con registrazioni lo-fi. Termini di paragone possono risiedere nei Swell Maps, Television Personalities, Pastels, i primissimi Feelies, tutte le produzioni delle etichette Postcard, Sarah e le prime uscite Creation.
“Snow bound” è il secondo album del ritorno sulle scene ed il primo dopo che a Martin fu diagnosticato un anno di vita ad inizio 2016. È composto da canzoni brevi, concise e dirette con il solito blend tra gli anni sessanta e gli ottanta. Come aspetto di novità possiamo dire che sono molto più presenti le tastiere e le composizioni risultano più immediate quasi pop. I testi fanno da contraltare all’aspetto gioioso delle musiche, trattando di argomenti socio-politici e di riflessioni introspettive, ma che ben si adattano ai toni ricchi di malinconia che la voce del leader riesce a dipingere così bene.
The Chills ancora una volta si dimostrano splendidi nel tratteggiare pezzi in cui melodie, ritmi ed atmosfere li pongono come maestri.
Un lavoro che garantisce emozioni e forti vibrazioni!!!


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