La formazione australiana Avalanches ha pubblicato il terzo lavoro lungo l’11 dicembre 2020 a quattro anni da “Wildflower”; lavoro che – lo ricordiamo – ne aveva segnato il ritorno a sedici anni di assenza dalle scene. Il nuovo disco s’intitola “We Will Always Love You” e se nel suo cuore battono ancora forte i campioni, la lunga lista di ospiti che lo compone va nella direzione di una botanica (soul) pop a tutto vantaggio di un formato canzone in cui convivono melodia, ritmo e rap.
Gli ospiti che contano sono tantissimi. La lista è lunga quanto un disco dei Gorillaz: MGMT, Rivers Cuomo, Denzel Curry, Johnny Marr, Neneh Cherry, Perry Farrell, Karen O, Mick Jones, Sampa the Great, Tricky, Kurt Vile e Blood Orange, contribuiscono a un risultato accorato e sornione, romantico e nostalgico, ballabile sì, ma alle luci dell’alba.
Pezzo dopo pezzo; canzone dopo canzone, gli Avalanches sono tornati sottilmente in punta di piedi nella nostra periferia dopo una pausa di quattro anni. Come molti fan ricordano, il loro precursore, “Wildflower”, ha impiegato 16 anni per essere dato alle stampe e ha vinto un giustificato 83 su Metacritic. Come ha detto così sagacemente John Wooden, ‘ci vuole tempo per creare l’eccellenza. Se potesse essere fatto rapidamente, più persone lo farebbero’. Tuttavia, è arrivato, e “Running Red Lights”, con il frontman dei Weezer, Rivers Cuomo, e l’artista hip hop in erba Pink Siifu, ha già ricevuto oltre sei milioni di ascolti su Spotify.
Robbie Charter e Tony Di Blasi, altrimenti riconosciuto come il duo elettronico più eminente d’Australia, collaborano anche con Jamie xx, Neneh Cherry e CLYPSO in “Wherever You Go”. Da groove tech-house e linee di basso rimbalzate alle tendenze latine e spinte brasiliane, il beat-work di questa traccia è sorprendentemente unico.
La seconda traccia dell’album, “Song for Barbara Payton”, è dedicata ad un’attrice americana degli anni ’50 il cui abuso di sostanze e la sua vita avversa in seguito la portarono alla morte prematura. ‘Preferisco bere e morire’, ha detto Payton. Doveva essere la copertina dell’album, ma la coppia ha deciso di celebrarla invece attraverso la canzone. Proprio come la sua vita, è breve, triste, ma sacra. “The Divine Chord”, non solo interpreta il duo rock-pop neo-psichedelico MGMT, ma gli Avalanches hanno anche scritto Johnny Marr e i suoi famosi riff di chitarra. Aiutati da rintocchi e fascino, i testi della canzone parlano di un’angoscia familiare solo con l’amore. Il gruppo ha poi rivelato che Andrew VanWyngardens dei MGMT, ‘stava attraversando un crepacuore, quindi quel senso di perdita è catturato nella canzone’.
Capire il sentimento dietro questo album significa apprezzare l’avventura spirituale e vocale combinata guidata dagli esploratori australiani. Tra le melodie, Chater e Szekeres iniziano a rinunciare a “Wildflower” e “Since I Left You”. Ora tra i 30 ei 40 anni, entrambi i musicisti sono meglio sintonizzati su sentimenti di riflessione, sentimentalismo e saggezza, come rispecchiato in questo nuovo lavoro.
Sebbene i ritmi siano deboli e gli accordi abbiano la priorità, il campionamento rimane centrale in ogni canzone e una vasta gamma di variazioni vocale è ovunque. La decima traccia, “Oh The Sunn!!!”, è un esempio calzante di come i vecchi e nuovi Avalanches siano cuciti insieme perfettamente. La canzone presenta il frontman dei Jane’s Addiction, Perry Farrell, e fa eco alla danzabilità dei Daft Punk.
Il disco si compone di venticinque pezzi e risulta essere un’autentica maratona tra dance ed elettronica che viene miscelata da quella sensibilità pop che il duo dimostra di possedere naturalmente!!!
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