RICK SHEA: “Love And Desperation” cover albumRick Shea è un cantautore e polistrumentista dotato di gran talento, noto più per essere stato parte dei Guilty Man di Dave Alvin piuttosto che per la propria carriera solista. È sicuramente un bel manico e, visto le frequentazioni, sappiamo già cosa aspettarci dal suo disco cioè una dozzina di composizioni che si muovono in tutte le direzioni del genere ‘Americana’.

Per gli appassionati dei Texas Tornadoes, Doug Sahm, Blasters apprezzeranno questo set. Il dodicesimo album dell’artista della California del Sud è il prodotto di sessioni di registrazione uniche che sono state il risultato delle sfide autentiche che i musicisti hanno dovuto affrontare nell’anno 2020. Ha iniziato le sessioni per questo nuovo disco nella primavera del 2019 nel suo studio di casa ‘Casa de Calora’ a Covina, impiegando talenti di alto livello come il batterista Shawn Nourse (Dwight Yoakam, I See Hawks in LA) il bassista Jeff Turmes (Mavis Staples), e il suo collaboratore di lunga data Dave Hall. I lavori erano progrediti quando la pandemia di coronavirus ha portato il paese a un punto morto all’inizio dell’anno. Così Shea e i suoi sodali hanno intrapreso la strada digitale, nei loro cortili. È facile dire che Shea è un artista americano delle radici, ma mentre possiede una miscela speciale dei suddetti artisti, non è un ‘Outlaw’ né country classico. Canta alcune canzoni in stile Waylon Jennings, ma la sua aggiunta di fisarmonica si illumina, la chitarra è affilata e le melodie non sono dolci.

Iniziando con “Blues Stop Knockin ‘at My Door”, un numero rockabilly dello swamp rocker Al Ferrier che è stato interpretato dal bluesman Lazy Lester, “Love & Desperation” distribuisce ogni stile di ‘roots’ immaginabile, che va dal country e folk al Norteño e Cajun in due fasi. Ma questa volta il blues domina gran parte del procedimento. Alcune delle canzoni hanno una precisa inclinazione autobiografica, il musicista dice: ‘L’album è un po’ una storia familiare, drammatizzata per l’effetto di una canzone popolare – i miei non erano bravi ad essere genitori, ma ero una specie di ragazzo selvaggio, quindi non l’ho mai tenuto contro di loro. “Juanita” prende il titolo dal nome della madre di mia moglie Susie; la canzone è come immaginavo potesse essere tra lei e suo marito Johnny, il padre di Susie, quando stavano solo uscendo insieme’.

La raccolta include anche “She Sang of the Earth”, una ballata in collaborazione con Kim Ringer, figlia del defunto e rispettato cantautore Jim Ringer; il racconto ammonitore “Nashville Blues”; la strumentale “Mystic Canyon,” che mette in mostra le chitarre di Shea; e il racconto noir di chiusura dell’album “Texas Lawyer”.

Un disco che mette in mostra brani espressivi in cui il nostro scrive con una penna affilata e la maggior parte della sua creatività mantiene una qualità divertente che un ascoltatore può decifrare per sé stesso se necessario. Indiscusse le doti alle sei corde sia elettriche che acustiche, che costituiscono una parte importante del lavoro. Su tutto si erge, però, l’idea che, se dovessimo scegliere un album con cui ricordare Rick Shea, credo sia proprio questo!!!


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