Un’uscita Temporary Resisidence muove sempre la mia curiosità. È un’etichetta legata fortemente al post-rock e, anche se oggi il termine crea malumore tra gli ascoltatori, ho sempre ascoltato dischi interessanti provenire da quella label.
L’uscita di cui voglio raccontarvi è quella dei Tangents e il disco si intitola “New bodies”. Il gruppo è di provenienza australiana ed esegue una musica che congloba classica, elettronica e jazz. Sarebbe più giusto parlare di ensemble piuttosto che di formazione che segue le logiche della musica popolare.
Il brano iniziale “Lake George” è esplicativo della loro attitudine. Si tratta di una composizione che si muove tra classica contemporanea, dub, ambient e drum’n’bass. Sembra una cosa impossibile da ascoltare, ma fluttua meravigliosamente anche grazie al lavoro di violoncello e vibrafono, sullo sfondo il primo in rilievo il secondo.
“Terracotta” ci avvolge con il jazz improvvisato, ma tutto il lavoro ci da la possibilità di spaziare tra generi.
Notevole anche la capacità poliritmica dei Tangents che si addentra nel math-rock, nel breakbeat e afrobeat. Tutti i brani nascono però in modo estatico e alcuni di loro vi rimangono pure dando luogo ad un minimalismo contemplativo.
Si può ancora parlare di post-rock, nel senso di una musica contaminata e ricercata, mai di maniera.


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