STEVE DAWSON – ‘Gone Long Gone’ cover albumL’impressionante abilità chitarristica di Steve Dawson (una versione del 2018 presentava i suoi intricati, scollegati, strumentali a sei corde nello stile di Leo Kottke) gli hanno fatto ottenere una presenza stabile come supporto ai Birds of Chicago con i quali si è esibito in oltre 250 date pre-pandemia. Anche se ciò potrebbe non aver aumentato il riconoscimento del suo nome, ha favorito una relazione con la cantante di quella band Allison Russell. Lei ricambia il favore apparendo in questo, il nono album di Steve e il suo primo set orientato alla forma canzone/voce/gruppo da “Solid States & Loose Ends” del 2016.

È una collezione tipicamente rootsy che mostra sia le composizioni paludose del nostro, come la lunatica “Skeletons in a Car”, sia il suo straordinario fingerpicking su strumentali quali “Cicada Sanctuary” e “Kulaniapia Waltz” di influenza hawaiana. I nove brani co-scritti sono uniti da una cover; un’affascinante versione della toccante “Ooh La La” dei Faces, arricchita dalla voce di Casey, la figlia di Russell e Dawson. È una scelta logica, dal momento che la voce rilassata di Dawson non è lontana da quella di Ronnie Lane (che ha cantato e co-scritto l’originale), mentre il suo folk/blues rustico melodico e i testi rimuginanti si adattano perfettamente all’approccio comparabile di questo album.

C’è un sottofondo oscuro, ravvivato da una musicalità frizzante e meravigliosamente arrangiata in selezioni come “Bad Omen”, dove l’organista Kevin McKendree esegue assoli così come Steve con la sua chitarra Weissenborn. Egli bilancia ballate più morbide come “Gone, Long Gone” con un blues di palude martellante e potenziato dal gospel, come si sente in “Skeletons…”; chitarra che salta fuori dal mix con un assolo duro e serrato prima di tornare di corsa ai confini del brano.

Per “Just Got Lost”, aggiunge varie tastiere (Mellotron, Farfisa, organo a pompa) alle proprie abilità con le sei corde, mentre canta di una relazione difficile; ‘A volte scelgo la mia strada / Altre volte mi tiri indietro / E mi perdo’. La sua diapositiva pungente è una gustosa combinazione degli stili di Ry Cooder e Lowell George. L’apertura “Dimes” aggiunge una sezione di fiati in tre pezzi per aumentare l‘atmosfera soul di New Orleans, resa più profonda dall’input gospel di Russell.

Ma le abilità di Steve alla produzione/registrazione/missaggio nel suo The Henhouse Studio, con sede a Nashville, sono cruciali per il successo di questo e degli altri suoi lavori. Spesso minimizza il suo modo di suonare impressionante in ossequio alle esigenze della composizione, senza mai mostrare la propria notevole abilità con la chitarra inserendo con gusto le sue battute nei versi come nella chiusura “Time Has Made a Fool Out of Me”. L’audio è nitido e risonante per tutto il tempo poiché voci e strumenti avvolgono il suono senza mai sopraffarlo.

Il delizioso “Gone, Long Gone” dovrebbe finalmente mettere Steve Dawson sul radar popolare, affermandolo come il grande talento che è. Ma in caso contrario, continuerà a staccare la spina, a destreggiarsi tra una varietà di cappelli e a contribuire alla musica con il suo tocco sottile e discreto!!!


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