RYUICHI SAKAMOTO & DAVID TOOP – ‘Garden of Shadows and Light’ cover albumÈ inquietante, profondamente atmosferico, disseminato di quelli che sembrano rumori trovati e sorretto per di più da toni astratti, ma poi radicato in livelli impressionanti nella musicalità e in un possesso di forma e struttura sufficienti per andare oltre l’installazione sonora. “Garden of Shadows & Light (Part 1)”, vede la melodia usata in maniera quasi astratta per far emergere le risposte emotive dell’ascoltatore. Nel frattempo, la seconda parte ci porta in regni sommersi che potrebbero o meno avere a che fare con i suoni emessi dalle balene. Questa è la trasposizione di una performance dal vivo di Ryuichi Sakamoto e David Toop al Silver Building di Londra nel 2018, un disco eccentrico e innovativo.

“Garden of Shadows and Light” testimonia l’insieme del concerto di debutto del duo, dove la coppia rende omaggio all’estetica del giardinaggio giapponese (da cui il titolo), coltivando ed esplorando uno spettro di piccoli suoni accuratamente potati per la prima metà, prima di sbocciare in una sorta di giardino notturno più lussureggiante e pungente descritto con chitarra elettrica animalesca e suono gutturale all’interno del pianoforte.

È un incontro di due importanti menti musicali, che mettono a confronto un’ampiezza di conoscenze e abilità raramente eguagliate che abbracciano decenni (su decenni) di lavoro tra i campi della musica da film, delle sessioni di lavoro pop, dell’installazione sonora e delle esibizioni dal vivo al servizio di un’esperienza profondamente immersiva, stile di costruzione del mondo.

È la seconda uscita del lavoro di Sakamoto per l’etichetta collegata alla chiesa, ThirtyThree ThirtyThree Recordings, dopo il suo duo con Taylor Deupree, e come ci si potrebbe aspettare, è molto diverso dal minimalismo sognante di quella parte.

Dai momenti iniziali, in cui il delicato lavoro all’interno del pianoforte di Sakamoto è abbinato a raschiati e gemiti lontani della chitarra lap steel preparata da Toop, è diventato subito chiaro che qui si pratica una sottile, a volte tacita, forma di improvvisazione libera, in cui lo spazio, la pausa e il silenzio spesso assumono un’importanza maggiore. La metafora spaziale che suggerisce è appropriata, poiché gli ascoltatori possono immaginarsi vagare attraverso un ambiente sottilmente mutevole, castigando su bellissimi dettagli e ammirandoli prima di andare avanti.

Siamo guidati attraverso una serie di momenti discreti, ognuno ombreggiato in modo univoco, sia da piccoli suoni percussivi altamente amplificati, toni elettronici austeri o dai toni oscuri del registratore di basso di Toop. Il corso della musica segue una deriva non teleologica, in cui Sakamoto e Toop sembrano meno preoccupati di stabilire una struttura generale che di permettere ad ogni momento lo spazio di cui ha bisogno per svilupparsi e respirare.

Quando il musicista giapponese, alla fine, si rivolge alla tastiera del pianoforte nella seconda metà dell’esecuzione, la musica diventa lussureggiante avvolgente, mentre le sue linee liriche frastagliate galleggiano sullo sfondo di registrazioni preparate di chitarra e sul campo. La musica prende una piega radicale e inaspettata quando Ryuichi imbraccia una chitarra elettrica, con entrambi i musicisti che alzano il volume per un passaggio di ruggito distorto e feedback tremante – prove incoraggianti dell’approccio impetuoso ed esplorativo condiviso da questi due musicisti difficili da inglobare in categorie musicali, splendidamente documentati qui!!!


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