ROB MAZUREK EXPLODING STAR ORCHESTRA: “Dimensional Stardust” cover album“Dimensional Stardust” è il nuovo album del polistrumentista jazz/fusion americano Rob Mazurek e la Exploding Star Orchestra. «Dopo il debutto al JazzFest di Berlino del 2018 con la ESO – spiega la nota stampa – Mazurek è tornato a Chicago e lì ha incontrato i responsabili della International Anthem. L’occasione migliore, per la label, di catturare le sue nuove composizioni per orchestra e farle interpretare da un cast di artisti del suo giro. In una manciata di date in studio tra l’agosto del 2019 e lo scorso marzo, Rob ha arrangiato i brani per undici musicisti: Nicole Mitchell, Jeff Parker, Jaimie Branch, Joel Ross, Mikel Patrick Avery, Tomeka Reid, Chad Taylor, Ingebrigt Håker Flaten, Macie Stewart, Angelica Sanchez e John Herndon. Ha anche incaricato il suo collaboratore di lunga data Damon Locks di redigere i testi originali per ogni canzone, che lo stesso Locks ha anche interpretato cantandoli. Un processo rigoroso di produzione e post-produzione che è durato tre mesi».

Il trombettista ha avuto un impatto indelebile sulla musica creativa negli ultimi trent’anni da quando è emerso dal nesso musicale della scena di Chicago degli anni ’90. Ha scritto più di 400 composizioni, è presente in più di settanta registrazioni di varie etichette e ha diretto o co-diretto molti ensemble, tra cui Exploding Star Orchestra (il suo ensemble di punta), Chicago Underground, Isotope 217 e altri.

“Dimensional Stardust” ricorda una serie di influenze sinfoniche di Mazurek – da Béla Bartók a Morton Feldman, da Gil Evans a Sun Ra, da Pedro Santos a Bill Dixon all’Art Ensemble of Chicago. Scegliendo di concentrarsi su un’orchestrazione d’insieme serrata su passaggi di improvvisazione aperta, il nostro distilla un’orchestra di improvvisatori esplosivi in ​​un esercizio di gruppo meravigliosamente sobrio e aggraziato di minimalismo melodico. Lo stesso Rob è scarsamente presente come strumentista, solo occasionalmente si unisce all’ensemble con la sua tromba ottavino. Durante tutto il percorso, la sezione di percussioni politmiche elettroacustiche (Chad Taylor, Mikel Patrick Avery e John Herndon) si agita, raggiungendo rari momenti solisti della flautista Nicole Mitchell (all’apertura “Sun Core Tet”) e del chitarrista Jeff Parker (su “The Careening Prism Within”). Definire jazz l’opera è un discorso riduttivo anche perché vi è un ricorso alle parti soliste veramente minimo, in favore di un interscambio strumentale in continua mutuazione.

La canzone “A Wrinkle in Time Sets Concentric Circles Reeling”, spiega Mazurek, è ‘una poesia in tre parti che riguarda le possibilità. Ci sono così tanti lati diversi di una cosa … un caleidoscopio di possibilità esiste in ogni momento, in ogni respiro, in ogni movimento. La prima parte del brano è l’avvolgimento, l’intricata stratificazione, lo studio del tempo, degli angoli, del colore, dello spazio. La seconda parte è la svolta, la consapevolezza che ogni momento è una possibilità per un’azione catartica attraverso la corrispondenza universale dell’onda d’amore, il suono del sentimento, il suono della guarigione, il suono della gioia. La terza parte continua questa idea come in un sogno … ciò che è reale, ciò che è immaginato … forse possiamo sfondare il soffitto galassiale di ciò che pensiamo di conoscere e di trattarci a vicenda, questo pianeta, questo universo con il rispetto e la dignità che tanto merita’. La composizione si apre sul dialogo flauto/vibrafono, ma poi ricama continue mutazioni che si spostano tra calma apparente e concitazione ritmica fino all’intervento maestoso della tromba che apre alla melodia il tutto.

Non risulta sempre facile da seguire, ma il risultato è un dono di musica eccezionale!!!


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