Ed ecco il commiato, a tre mesi dalla dipartita, di Richard Swift, un musicista e produttore sopraffino, ma da pochi intimi seguito e conosciuto.
“Hex” giunge a nove anni dalla sua ultima produzione discografica, ovviamente non considerando tali le uscite in formati minori oppure la collaborazione con Damian Jurado, si era reinventato come produttore e turnista (per Shins e Black Keys, tra gli altri) senza smettere mai, in realtà, di scrivere nuove canzoni e di eccedere purtroppo in rovinosi stravizi alcolici. La consapevolezza della fine ormai prossima, con i disastri al fegato già conclamati e il moltiplicarsi dei ricoveri in ospedale, lo hanno spinto negli ultimi mesi a concentrare i suoi sforzi nel completamento di un’ultima raccolta che, si legge sul sito della Secretly Canadian, era diventata la sua personale “balena bianca”.
Ossessionato dal Wall di Sound di Phil Spector e dal doo-wop, dai primigeni Funkadelic come da Bo Diddley, Beefheart e Link Wray, Swift ha immortalato in questo disco alcune delle sue più palesi influenze in un omaggio eterno.
Non è facile porsi all’ascolto della sua opera finale senza tenere conto della sua condizione, che traspare nettamente tra i solchi dei vari brani. Persino in “Broken Finger Blues”, uno dei brani più leggeri, riesce ad evocare momenti di ansia e sconforto quando nel 2010, dopo essersi rotto in malo modo l’anulare della mano sinistra, aspettava di sapere se fosse ancora stato in grado di suonare chitarra e pianoforte. Il pezzo, nonostante il tema trattato, risulta, musicalmente, solare e gioioso con un assolo finale che sembra esorcizzare ogni nuvola nera. Nel suo nucleo, “The Hex” è una chiamata dolorosa per la madre (“Wendy”) e la sorella (“Sister Song”), ma anche la testimonianza di un uomo sulle sue gambe, spiritualmente sconfitto, un disco che affonda naturalmente nel dolore del suo autore.
Ha inciso dischi fenomenali che meritano un posto di tutto rispetto al fianco di un altro martire moderno: Elliott Smith. Dategli una possibilità, considerando che in vita se lo sono filato pochi appassionati.


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