RESIDENTS- “Metal Meat & Bone- The Songs Of Alvin Snow” cover albumA distanza di due anni dal precedente “Intruders” (2018), “Metal, Meet & Bone” è il nuovo doppio-album dei Residents uscito lo scorso 10 luglio via Cherry Red Records. Concept dell’opera, in tipico stile Residents, è il ritrovamento da parte della band di un demo perduto di 10 tracce di tale Dyin’ Dog, un mitologico bluesman albino degli anni ’70 rispondente al nome di Alvin Snow, scomparso in circostanze misteriose il 13 gennaio 1976. La fortunata scoperta porta così ad un doppio lavoro che contiene sia le canzoni ‘originali’ di Snow sia le reinterpretazioni di quelle da parte della formazione, assieme a sei nuove canzoni ispirate dalla sua musica, sempre ad opera della band. Il disco è stato presentato da Homer Flynn, da sempre portavoce del gruppo, a mo’ di documentario, con tanto di interviste al seguito.

Ad anticipare l’album c’è “Die! Die! Die!”, reinterpretazione dell’omonimo brano del fantomatico Dog, in cui per l’occasione troviamo Black Francis dei Pixies al canto, perfettamente calato nella parte. «Il pezzo è stato registrato prima della pandemia a San Francisco – scrive Black Francis a RS – ed è stata un’esperienza intensa. Ho avuto la sensazione di non poter rendergli giustizia. Era così scuro e sulle prime ho pensato di non farcela. Superato il momento dei timori però, mi sono calato in questa frenesia omicida e le cose sono andate per il verso giusto. Devo ammettere che era da un bel po’ che non registravo qualcosa di così rabbioso».

Nel corso delle ultime quattro decadi il collettivo mascherato noto come Residents ha sempre tirato dritto per la sua strada, creando musica obliqua e misteriosa, percorsi sonori ostici e tortuosi, che con il passare degli anni non si sono mai ammorbiditi. Hanno affrontato il canzoniere di Hank Williams, le marce di Sousa, le composizioni di Gershwin fino ad arrivare a Elvis e James Brown. Puntualmente il risultato ha sempre generato dei meticci tanto deformi quanto affascinanti, dimostrando come il gruppo sia abile nell’attingere da passato e presente, sempre a cavallo tra ricerca e avanguardia. Fino ad oggi il blues non era ancora passato sotto il loro scanner, ma con il nuovo “Metal, Meat & Bone” recuperano la lacuna. E questa volta invece della solita decostruzione si avverte in questo album molto rispetto verso questo tipo di musica, i nostri non si mostrano presuntuosi nel mettersi allo stesso livello di autentiche icone quali Howlin’Wolf, Bo Diddley e Bobby Blue Band, ma l’oscurità, che da sempre caratterizza il gruppo californiano, è ciò che dimostra una certa connessione e parentela in questo tributo alla musica del ‘diavolo’.

Lo stile che la band ha avuto come riferimento è quello di Howlin’Wolf, ma reso con un suono tipico della Fat Possum il tutto condito da una voce rauca all’inverosimile, una vocalità dovuta probabilmente da una vita di decadenza e rifiuto. La tribalità industriale di “Bury My Bones”, le songs, originali o presunte tali, rendono omaggio a quella che è la natura intrinseca del termine/genere Blues, ovvero una radicata malinconia di posti lontani a cui non si farà più ritorno e invocazioni pagane a divinità lasciate in terre altre. In questo si intravede la mano di Eric Drew Feldman che già fu sodale della buonanima di Don Van Vliet, il ‘Capitano Cuordibue’ a cui i nostri credo debbano, con tutto il rispetto per la loro storia, comunque qualcosina…

Affrontare un lavoro dei Residents rimane una questione di fascino e incertezza, non saprai mai in anticipo a ciò a cui andrai incontro!!!


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