cover album RAY WYLIE HUBBARD- “Co-Starring”Ci sono musicisti che rimangono coerenti per tutta la carriera, ma non vengono baciati dalla ‘dea fortuna’. È il caso di Ray Wylie Hubbard, settantacinque anni compiuti, una carriera di autore importante, ma pure un performer di livello nell’ambito dell’’outlaw-country’. Finalmente sembra arrivato il momento di riscuotere i meritati consensi, dopo tanti anni passati a comporre per altri, a produrre dischi a proprio nome e a girare in lungo ed in largo sui palchi degli Stati Uniti.

È stato uno dei primi ‘outlaw’, rimane una leggenda del mondo della roots music, ma non ha mai attecchito presso il pubblico mainstream. Hubbard ha finalmente fatto quel disco che attendeva di fare da molto tempo. “Co-Starring”, come recita il titolo, è pieno di ospiti, amici, colleghi ed estimatori, che accompagnano, canzone dopo canzone, il nostro. Così abbiamo la possibilità di sentire, assieme alla sua voce, quelle di Ringo Starr, Chris Robinson (Black Crowes), Joe Walsh, Pam Tillis, Paula Nelson (figlia di Willie), Ashley McBryde, Aarton Lee Tasjan, Ronnie Dunn, Peter Rowan, The Larkin Poe, Tyler Bryant ed i Cadillac Three.

Co-protagonisti e comprimari di lusso in un progetto in cui il settantatreenne artista originario dell’Oklahoma, ma cresciuto in Texas (sedici album solisti in catalogo), si circonda di musicisti con cui si è trovato spesso a suonare e condividere tour, artisti giovani e veterani, provenienti dal mondo del rock&roll, del folk e del country. Dopo avere co-firmato la title track dell’ultimo album di Eric Church “Desperate Man”, Hubbard è finalmente diventato un nome noto ai più sconfessando la sua fama di eroe dimenticato dell’outlaw country: la potenza distributiva e di marketing della Big Machine con cui ha firmato di recente un contratto discografico e la qualità di queste dieci nuove canzoni fanno ben sperare in un tardivo riconoscimento anche da parte del grande pubblico amante del country e dell’honky tonk. ‘Ho sempre creduto nella regola che consiglia di non cantare le proprie lodi, ma per questo disco devo infrangerla’, ha dichiarato Hubbard. ‘”Co-Starring” ha grinta, ritmo, tono e gusto ed è talmente ‘cool’ che farà sbavare i piccoli demoni e spingerà i piccoli angeli a danzare in gruppo’.

Nella traccia “Bad Trick”, la band di Hubbard – una combinazione piuttosto strana ma entusiasta di Ringo Starr, Don Was, Joe Walsh e Chris Robinson – macina un serio swamp rock. È un’apertura potente ma invitante che trova il Ray della metà degli anni ’70 in forma robusta e combattiva. La sua voce dura e irascibile suona come una combinazione di quella strascicata del sud di Lucinda Williams con la cadenza di parlato/cantato di Tony Joe White. Anche se alcuni protagonisti sono avanti con l’età, Ray Wylie generalmente si appoggia a talenti più giovani e dinamici quali Aaron Lee Tasjan, Tyler Bryant & The Shakedown e Ashley McBryde che aiutano a riempire il ruolo di spalla nei confronti del Leader.

Hubbard esplora il blues più scuro in “Rattlesnake Shakin’ Woman” con l’aiuto delle sorelle Larkin Poe. Si stacca anche la spina per rendere omaggio al leggendario “Mississippi John Hurt”, pezzo in cui Pam Tillis accompagna alla voce. Ma la maggior parte del disco trova il groove tra country, swamp rock e l’approccio crudo cantautorale che il nostro ha affinato nel corso degli anni. Chiunque pensi di essere troppo vecchio per il rock ha bisogno di ascoltare il brano “R.O.C.K.”, con Bryant e la sua band che sforna chitarre riverberate, e mostra come Hubbard sia stato influenzato dagli Stones periodo “Exile on Main Street”.

Se questo è un album migliore a causa degli ospiti è discutibile, soprattutto perché l’ultima manciata di uscite di Ray ha attraversato con successo un terreno stilistico simile senza l’aiuto del grande nome che attira gli ascoltatori medi. Averli avuti per la pubblicazione di questo nuovo lavoro male sicuramente non fa, soprattutto se servirà a smuovere le vendite del catalogo del cantautore dell’Oklahoma. Se ciò avverrà il mondo sarà un posto migliore!!!


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