RANDALL BRAMBLETT: “Pine Needle Fire” cover albumNome che possiede un certo fascino per il pubblico americano, ma che nel nostro paese risulta essere un semi sconosciuto. Tastierista, cantante oltre che sassofonista, il nostro possiede anche una voce roca e distintiva e sa pure comporre. Ha fatto parte dei Sea Level e possiamo affermare che quello che ha da proporci è un sano blend di Americana, blues, funk, R’n’B/soul e southern rock. Se volete possiamo accostarlo ad un suo vecchio amico, con cui suonò, Stevie Winwood.

Il polistrumentista ha iniziato la sua carriera come membro della scuderia Capricorn, accompagnando dozzine di musicisti, da Gregg Allman agli hard rocker Hydra, quando quella compagnia stava cavalcando l’onda rock del sud degli anni ’70. Da lì è entrato a far parte del gruppo jazzistico Sea Level della Allman Brothers Band, quindi ha supportato il leggendario Steve Winwood nella sua live band per oltre 15 anni. Ma questo non era abbastanza per la creatività di Bramblett. Una volta tornato sul suo cavallo da solista con “See Through Me” del 1998, da allora non si è più fermato.

“Pine Needle Fire” è l’album numero dodici di una corsa straordinariamente affidabile che ha visto Randall perfezionare costantemente la sua musica piena di sentimento e liricamente complessa. Questo è un po’ più introspettivo e contemplativo con canzoni come la title rack romantica e sognante (‘Ha detto che eravamo troppo giovani per suonare con il fuoco / Ora non c’è abbastanza acqua nel mondo / … per spegnere la cosa’) e le sfumature psichedeliche del riflessivo “Built to Last” (‘Restate qui solo per un po’/ Poi ce ne andremo / Pensavo che fossimo costruiti per durare’).

L’arma segreta del nostro è la sua voce sabbiosa ed emotiva. Rende ogni testo impegnato e onesto. E la musica segue l’esempio. Sia che stia portando un funk basso in “Don’t Get Me Started” o percussioni elettroniche atmosferiche fresche, ma autentiche che ribollono sotto quella che potrebbe essere una storia personale con “Lazy (And I Know It)”, uno dei pochi brani che include una sezione fiati, il suono spesso stratificato di Bramblett è genuino ed unico.

Un punto culminante del set è “I’ve Got Faith in You”, una deliziosa ballata malinconica resa ancora più incisiva dalla chitarra slide di Tommy Talton, amico di vecchia data ed ex co-fondatore dei Cowboy. Suona lo stesso strumento a sei corde che Duane Allman ha usato sull’album della Allman Brothers Band “At Fillmore East” e il suo dolce assolo è chiaramente influenzato dal modo agile di Duane. È la ciliegina sulla torta di una canzone già bellissima.

In una dozzina di tracce che durano un’ora, c’è molto da sballare ed è tutto costantemente coinvolgente. Coloro che hanno seguito Bramblett attraverso le sue otto precedenti uscite su New West sanno che il suo lavoro richiede un po’ di tempo per penetrare, ma una volta che lo fa, ti rimane. “Pine Needle Fire” si inserisce perfettamente nel suo catalogo consolidato aggiungendo un approccio fresco e in qualche modo riflessivo; musica che avrebbe potuto essere creata solo da qualcuno con l’esperienza, la classe e l’integrità che Randall porta a tutto ciò che tocca!!!


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