QUASI – ‘Breaking The Balls Of History’ cover albumNel 2013, i Quasi, un gruppo indie rock composto da due ex coniugi, Sam Coomes e Janet Weiss, hanno pubblicato l’album “Mole City”, con l’impressione che sarebbe stato l’ultimo. Weiss è diventata il batterista principale delle Sleater-Kinney e ha suonato con Bright Eyes mentre Coomes è passato da un progetto all’altro, come Pink Mountain e Built To Spill.

Ma poi, nel 2019, Janet è stata investita da un’auto, rompendole entrambe le gambe e la clavicola. Mentre si stava riprendendo, è apparsa la pandemia. Quel tempo in letargo le ha dato il tempo di pensare a cosa volesse davvero fare con la musica.

Per lei, il futuro era adesso, e quel futuro conteneva Quasi. Rimanendo in stretto contatto con Sam, i due decisero di suonare insieme ogni giorno in un minuscolo seminterrato. Dopo alcuni mesi, sono emersi con abbastanza canzoni per un album. Quindi si potrebbe dire che questo nuovo disco dei due, intitolato “Breaking the Balls of History”, sia stato creato per caso. Che se non fosse stato per la pandemia, non sarebbe mai stato realizzato.

Il che sarebbe stato un peccato, perché questo lavoro, per la maggior parte, come dicono i ragazzi, schiaffeggia. Suona come tutti gli aspetti migliori di quel proto indie punk rock underground di Portland per cui Coomes e Weiss sono estremamente irresponsabili. È oscuro, divertente, satirico e gigantesco. Suona un po’ come i Pavement, i White Stripes, i Neutral Milk Hotel, che esplodono con l’apertura di “Last Long Laugh”, ed è pesantemente sfocato di clavicembalo e linee di chitarra.

La batteria della nostra è epocale e rumorosa, punk dritto in rosso. Inoltre, armonizza la propria voce coriacea con le battute idiosincratiche di Coomes come ‘Non devi essere Isaac Newton, per preoccupartene affatto’ e questo manda tracce quali “Gravity” nella stratosfera.

La title track è rauca e diretta al punto giusto, con Sam che urla ‘Preferirei esserlo. Rompere le palle della storia’. Non è disposto ad andare con le convenzioni, ma a tagliare tutte le sbavature inutili con la propria musica e quella della ex compagna. Se solo il brano fosse più lungo, dato che dura solo un minuto!

La raccolta è un po’ lunga e alcuni pezzi si fondono l’uno con l’altro, ma le orecchie per la melodia della coppia la rendono un’esperienza piacevole, come con ” Doomscrollers “, bellissimo organo e testi psichedelici di Coomes che riassumono cosa c’è di sbagliato nella generazione più giovane di questa era. Ma c’è questo strano ritornello vocale con ‘torta di more, a la mode, caffè nero, niente domani”. È un indie punk interessante e strano, ma accessibile, probabilmente il descrittore più semplice dell’intero rilascio.

Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma questi due ‘ragazzi’ non sembrano essere stati scalfiti dal trascorrere del tempo e delle mode, così come la loro proposta sonora!!!


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