Ecco un album che mi è sfuggito all’ascolto nel momento dell’uscita a cui ho rimediato solo ora.
Peter Oren è un cantautore dell’Indiana ed il disco è stato prodotto da Ken Coomer, ex batterista dei Wilco.
Ciò che colpisce immediatamente è il timbro baritonale della voce che ricorda Bill Callahan/Smog che gli conferisce un magnetismo che affascina e da cui risulta difficile staccarsi.
Assistito in studio da musicisti quali Laur Joamets (Sturgill Simpson), Michael Web (John Fogerty) e Maureen Murphy (Zach Brown Band), sforna un’opera che lo colloca tra i musicisti da appuntarsi per non perderlo di vista.
Il suo è, a grandi linee, un alternative-country, ma non disdegna anche sonorità più innovative.
Nonostante la durata, poco più di mezz’ora, c’è tutto quello che serve: una gran voce, le canzoni ed un suono.
L’Indiana è sinonimo di qualità, basti ricordare John Hiatt e John Mellencamp. In alcuni pezzi sembra di avvertire qualcosa di loro come nella ballata “Pictures from Spain” in cui si sente il richiamo al grande autore di “Bring the family”, mentre in “Chain of command” l’uso di una pedal steel dissonante ci riporta agli ultimi lavori del “Little Bastard”
Siamo di fronte ad una “the next big thing”?

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