Nathan Bowles è un musicista di enorme talento, eccellente banjoista, percussionista e bravo pianista, oltre ad eccellere nella composizione. Se non credete alle mie parole, la conferma arriva da Michael Chapman che ha avuto contatti diretti con lui nella preparazione del disco dello scorso anno “50”.
La carriera di Nathan iniziò ad avere un certo riscontro quando entrò a far parte dei Pelt, gruppo nato nel 1993 a Richmond, Virginia e fondato dal violinista Mike Gangloff. La formazione era dedita alla musica tradizionale americana, ai raga indiani e traeva ispirazione da musicisti quali John Fahey e Dead C.
Successivamente entrò anche nella band dei Black Twig Pickers che si dedicavano all’Old Time Music degli Appalachi.
Nel momento in cui intraprese la carriera solista cercò di miscelare le caratteristiche dei due gruppi di cui aveva fatto parte. Il punto di partenza è la tradizione in tutte le sue declinazioni che si contamina con urgenze avanguardiste e i profumi della psichedelia.
Il nuovo album “Plainly Mistaken” è quello della consacrazione e della definitiva maturità artistica. I musicisti che lo accompagnano sono Casey Toll al contrabbasso e Rex McMurry alla batteria, presenti in cinque dei novi pezzi di cui l’album è composto.
Ci sono momenti legati alla tradizione, stile Black Twig Pickers, come “Elk river blues” oppure nella country song “Stump sprout” ariosa e solare. Spesso però ci sono deviazioni che al folk uniscono visioni psichedeliche come accade nell’onirica e primitiva “The road reverse”, una traccia di livello superiore, in cui sembra di ascoltare richiami alla Incredible String Band.
Altro brano che lascia il segno è la malinconica ballata “Now if you remember” che ci guida in un sogno senza fine. “Ruby/In kind I è un riuscito blend tra bluegrass e quella spiritualità free jazz che fu il marchio di fabbrica del Coltrane periodo Impulse!.
Un lavoro che si pone tra i migliori dell’anno e che testimonia il talento di un musicista che è sempre alla ricerca di stimoli nuovi!!!


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