Un’altra uscita Paradise of Bachelor ed un altro centro pieno. Il lavoro è stato commissionato per la sua prima esecuzione mondiale dal Museo di Arte Contemporanea di Chicago e ha richiesto tre anni di lavorazione da parte di Jaime Fennelly.
Se dovessimo definire in una figura la musica contenuta oserei dire che si tratti di un prisma nel suo essere sospeso tra minimalismo, rock e american primativism. La durata è notevole, circa settantatre minuti di musica, ma non ci sono riempitivi, è tutto di prima qualità.
Jaime Fennely è un musicista fantastico come ci aveva già rivelato il disco dello scorso anno, “Undying color”, in cui riusciva a miscelare il folk americano con la musica elettronica di stampo europeo.
“Bellowing sun” va oltre e ci ammalia creando un blend tra musica folk innervandola con una serie di profumazioni cosmiche. I synth ci iptnotizzano morbidamente, le voci recitano mantra che ci conducono nel lontano oriente e i ritmi sono lenti e graduali.
Il gruppo è composto da Fennelly (SEM Oberheim, sintetizzatore OB-6 e harmonium indiano) ed alcuni veterani della scena di Chicago come Janet Beveridge Bean (Freakwater, Eleventh Dream Day: voci soliste, cetra, percussioni), Jim Becker (Iron and Wine, Califone: violino, voce) e Jon Mueller (Death Blues, Volcano Choir: batteria, voce). Un lavoro fantastico e mastodontico che richiama alla mente quei musicisti e gruppi che hanno sempre ricercato nuove frontiere in musica.


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