Se mi seguite da un po’ di tempo saprete che la Paradise of Bachelor è una label che frequento sempre, qualunque siano le sue uscite.
I Nap Eyes hanno pubblicato due dischi per l’etichetta usciti nel 2015 e 2016. Ora sono saliti di categoria firmando per la Jagjaguwar, almeno a livello di visibilità.
I nostri eseguono musica il cui connotato principale sembra quello della semplicità. Una voce monocorde e strascicata, in grado di attaccarsi ai vostri sensi, però, e di non lasciarvi più.
Le chitarre hanno un gioco ad incastri e tendono ad intrecciarsi in continuazione e una sezione ritmica che lavora senza strafare.
Il leader è Nigel Chapman capace di far rivivere Lou Reed e Tom Verlaine nel suo modo di comporre, un lavoro che gli riesce particolarmente bene perché i suoi brani sono accattivanti, senza inutili orpelli negli arrangiamenti, ma diretti ed in grado di colpirci positivamente.
Canzoni che prediligono tempi medi e le ballate, spesso in stile velvettiano. Credo si tratti del loro lavoro più compiuto ed affascinante. Rimarranno sempre di culto, ma fondamentale che un posticino nella nostra anima lo trovino sempre.


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