METRONOMY – ‘Small World’  cover album“Small World” è il settimo progetto inedito della band britannica dei Metronomy, uscito il 18 febbraio. Si tratta del successore di “Metronomy Forever” del 2019 che ne confermava la cifra stilistica tra elettronica, melodia e ballabilità d’impronta indie.

A far da antipasto al nuovo capitolo discografico è il singolo “It’s good to be back”, un giocoso e ballabile synth pop con timbriche Roland bene in vista. L’idea dietro al titolo nasce in quanto una parte di Joseph Mount stava riflettendo sull’opinione delle persone nei loro confronti – ‘Qual è la banalità peggiore che la gente dirà dopo gli ultimi due anni?’ – ma allo stesso tempo ha pensato a quanto vero e genuino fosse questo processo e alla sensazione di ritornare a calcare la scena musicale. Inoltre, nel comporlo, Mount ha preso spunto da alcuni ricordi d’infanzia.

Riporta la mente ai viaggi con i tuoi genitori quando eri bambino e alla loro scelta di musica che esce dalla radio. Probabilmente ti fa venire un brivido lungo la schiena?! A meno che tu non sia uno dei fortunati, in generale la scelta dei brani di un genitore è piuttosto terribile. Questo non è qualcosa che è sfuggito al leader dei Metronomy. Prendendo ispirazione per il settimo disco del suo outfit, Joseph ha preso quell’idea e l’ha seguita. Una tattica pericolosa si potrebbe pensare, un album pieno di canzoni ‘cool’ potenzialmente approvate dai genitori.

Dal punto di vista sonoro l’LP è collocato da qualche parte tra il pop medio, il soft rock e la musica lounge, con un piccolo accenno di elettronica kitsch che ha popolato le uscite precedenti. “Small World” trova Joe in modo riflessivo, nostalgico, contemplativo, ma anche venato di un’infarinatura di malinconia, guardando indietro alla sua vita, mentre digerisce il qui e ora. È un disco che probabilmente definiresti simpatico o piacevole, che si adatta ancora una volta alla musica di mamma e papà. Una pennellata acustica qui, una batteria spazzolata là, un luccichio di pianoforte e la voce sommessa del nostro sono i pilastri su cui si reggono i brani presenti.

Qualcosa su cui non puoi criticare il disco, sono i suoi testi onesti e sinceri, che passano da scoraggiati a solidali e, in qualche occasione, contenti e felici. “Life and Death”, l’apertura dell’album, riesce a mettere insieme questi fattori, dando il tono per il disco in anticipo ‘era divertente / quello che ho fatto / ho trovato un lavoro / ho avuto dei bambini / ci vediamo nell’abisso’. Attraverso un po’ di soft rock estivo “Things will be Fine” si comporta come un braccio comprensivo intorno alla spalla di qualcuno, mentre l’uomo principale del gruppo trilla ‘prima lo dirai a qualcuno / meglio ti sentirai / quindi per favore riponi la tua fiducia in me’.

Nonostante un titolo che suggerisca qualcosa di più positivo e commovente, è difficile ignorare la tristezza al centro di “Love Factory”. È come se Mount descrivesse una relazione su un terreno instabile, ma nessuna delle parti vuole affrontare la dura realtà che le cose non stanno funzionando ‘andiamo a vedere un film / compriamo una macchina nuova di zecca / andiamo a scalare la catena montuosa più alta e dimenticare chi siamo’ è disseminato di una moltitudine di distrazioni, esponendo la realtà che popola giorno per giorno la coppia.

L’opera si conclude con “I Have Seen Enough”, che conferma che, in questa occasione, i Metronomy difettano di un po’ della giocosità normalmente associata, poiché è sostituita, oserei dire, da un’estetica più matura che non sempre azzecca il punto!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *