lucinda-williams-Good-Souls-Better-Angels“Good Souls Better Angels” è il nuovo album, il quattordicesimo, di Lucinda Williams, in uscita per Highway 20/Thirty Tigers. Ad anticiparlo, i singoli “Man Without A Soul” e “You Can’t Rule Me”. L’album si sofferma maggiormente su argomenti sociopolitici rispetto al passato: «A causa di tutte queste stronzate che stanno succedendo, sono in cima alla mente di tutti – è l’unica cosa di cui tutti parlano. In sostanza, il mondo sta cadendo a pezzi – è come l’apocalisse». La produzione è stata affrontata assieme al marito Tom Overby e a Ray Kennedy, che aveva già lavorato sul classico “Car Wheels on a Gravel Road” del 1998.
Lucinda è un mio grande rimpianto da quel luglio 2016 che mi vide costretto, nonostante il biglietto già in tasca, a rinunciare alla possibilità di recarmi ad assistere ad un suo concerto all’interno della rassegna “Buscadero Day”. Mi sarebbe piaciuto prenderne parte per vedere all’opera un’autrice che rispetto molto e che considero, oggi, la migliore nell’ambito di quel suono che va sotto il termine di Americana. La ammiro come persona perché ha saputo portare avanti una carriera senza mai scendere a compromessi, suonando sempre e soltanto quello che il cuore le suggeriva al momento. Mi piace quella voce strascicata e profondamente sudista, quelle ballate, di cui è maestra, venate di quella malinconia perfetta per dipingere paesaggi al tramonto, narrando di amori e perdite.
Sono trascorsi quattro anni dall’ultimo disco di brani nuovi, “The Ghosts Of Highway 20”, e sembra che sia passata un’eternità perché il nuovo lavoro si differenzia notevolmente non solo dal precedente, ma da tutta la sua produzione passata. È un album molto urbano e, soprattutto, arrabbiato, elettrico, molto rock.
Lucinda è diventata un’attenta osservatrice degli avvenimenti che caratterizzano il mondo in cui viviamo, per cui non le è sfuggito il fatto che siamo attorniati da ingiustizie, abusi domestici, violenze varie. “Good souls better angels” va in profondità ad analizzare queste situazioni attraverso una serie di canzoni elettriche, dure e intrise di blues. Non mancano le ballate, ma le sonorità rimangono di impostazioni rock, sono graffianti. Di fondo rimane l’onestà e la sincerità dell’ispirazione.
La raccolta ha avuto una lunga gestazione, le canzoni sono stata registrate in solitudine oppure in compagnia del marito Tom, durante i ritagli di tempo tra un tour e l’altro, ma le registrazioni sono durate appena un paio di settimane. Se in precedenza poteva essere considerata la rappresentante del sud del paese, ora è espressione del luogo in cui il disco è stato partorito, cioè Los Angeles.
Il merito di sonorità così indurite, in senso positivo, è della band di cui la Williams si circonda. Grande la presenza del chitarrista Stuart Mathis, che dimostra maturità, e della sezione ritmica composta dal duo David Sutton, basso, e Butch Norton, batteria.
La collezione si apre con “You can’t rule me”, brano bluesato, vibrante e diretto, in cui Mathis fa da seconda voce e la band urla alle spalle della nostra. “Bad news blues” è meno tirata e più lenta e denuncia lo stato della società attuale, capace solo di violenze e cattivi comportanti, come riportano quotidianamente i media radio-televisivi. “Man without a soul” è un capolavoro, ballata intensa e profonda. Tutto ruota attorno alla voce della leader, intensa e vissuta, attorniata da sonorità granitiche con la sei corde che ci dimostra di essere parte rilevante dell’opera. Non è da meno il pezzo “Big black train”, tipico della Williams, lento, dotato di melodia che sa toccare il cuore. Una canzona drammatica che non mancherà di entrare nel novero delle sue preferite. Anche “Shadows & doubt” è una traccia che possiede la cifra stilistica per cui la cantautrice è divenuta famosa. Lenta ed intensa, parzialmente blues, con una melodia di fondo che conquista nota dopo nota. L’album prosegue presentando brani di forte connotazione rock in cui la sei corde di Stuart è, decisamente protagonista.
Si chiude con “Good souls”, altra ballata che entra sottopelle, emozionante e coinvolgente, con la voce che dimostra una volta ancora quanto sa essere unica e che spicca anche grazie al fatto che la band suona delicata e soffice.
Unica ed inimitabile, sa rinnovarsi nella continuità, ed è il miglior complimento che possa farle!!!


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