LOUIS PHILIPPE & THE NIGHT MAIL: “Thunderclouds” cover albumAnno prodigo per i fan di Louis Philippe: un album di inediti (“Unheard (Rarities, 1991-2009)”), un fantastico gemellaggio con Stuart Moxham (“The Devil Laughs”) e infine un nuovo lavoro, il primo con una band per il musicista francese, nonché ex-chef e commentatore sportivo. Il vero nome del nostro è Philippe Auclair – conosciuto in tutto il mondo da una fanbase adorante come Louis Philippe, personaggio colto, erudito, intelligente, proprio la persona di cui abbiamo bisogno oggi.

Dopo la squisita “An Unknown Springdel” 2007, Louis è quasi scomparso dal settore musicale. Una delle principali figure cult dell’indie pop, l’abile mano di Philippe nella produzione e nell’arrangiamento era stata regolarmente utilizzata nei decenni precedenti da una varietà di atti, e i suoi album rimangono ampiamente venerati nel conoscere i circoli che preferiscono il loro pop con una sana dose di raffinatezza ed eloquenza.

Rompendo una pausa di 13 anni, il francese, che abita a Londra, è tornato con un nuovo album avvincente e una band formidabile. Supportato dai Night Mail, un trio veterano composto dal chitarrista Robert Rotifer, dal bassista Andy Lewise e dal batterista Ian Button, “Thunderclouds” suona come la più pura emanazione dei numerosi attributi di Philippe.

Una concentrazione di melodie agili, parti elegantemente intrecciate e abbastanza calore per riscaldare un castello, il lavoro è concentrato e ben costruito come qualsiasi cosa Philippe abbia ancora rilasciato. Un tono riflessivo persiste in tutto l’LP, a partire dal moody standout “Living on Borrowed Time” attraverso la nebbiosa title track e la colma di soul “Love Is the Only Light”.

La voce dorata di Louis è complimentata dal trombettista Shanti Jayasinha, che offre un ottimo lavoro, e dai violini multi-traccia di Rachel Halldi dei Big Big Train. Da parte loro, i Night Mail servono la musica con suprema finezza e gusto, soprattutto dato che la maggior parte del tracciamento di base è stato fatto dal vivo in studio.

Mentre la varietà distintiva del pop intelligente del nostro può essere facile per le orecchie, i suoi arrangiamenti sono tutt’altro che semplici e richiedono ascoltatori ben esperti per assaporarli con successo. Molte delle canzoni, come “Rio Grande” e “The Man Who Had It All”, suonano come difficili suite prog-pop da camera, spostando le firme del tempo e gli stati d’animo entro i loro confini di quattro minuti, sfidando l’ascoltatore a non essere ottuso, ma ricettivo.

Come per i migliori lavori di Philippe, le strutture classiche e la raffinatezza jazz hanno un’influenza con la classe della chanson francese e una miriade di elementi pop, combinandosi delicatamente per creare un suono distintivo.

Uscito pochi mesi dopo “The Devil Laughs”, la sua seconda collaborazione con Stuart Moxham, “Thunderclouds” segna un ritorno significativo e gradito per Louis!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *