Lonnie Holley è un artista afro-americano nato nel 1950 a Birmingham, Alabama USA.
Noto nel mondo dell’arte per le sue installazioni e sculture realizzate con materiali di recupero, e il potere rivoluzionario delle sue visioni, oltre che per la vita e carriera travagliate.
Esce per la prima volta su etichetta Jagjaguwar, dopo che i due precedenti lavori uscirono per la label di culto Dust-To-Digital. Sono trascorsi ben cinque anni dalla precedente pubblicazione di “Keeping a record of it”.
Lonnie è un artista che potremmo definire unico, sia che si parli della sua opera relativa ad installazioni nelle più importanti gallerie d’arte del Nord America che dell’Europa, sia che si prenda in considerazione il suo rapporto con la musica. ‘Mith’, terzo album di Lonnie, unisce la tecnica pianistica minimale di Lonnie con uno stile recitativo influenzato dal flusso di coscienza.
Il suono che ne deriva è una commistione tra soul clamoroso, musica d’avanguardia, jazz e blues primordiale.
Per il nuovo album ci sono voluti oltre cinque anni di lavoro ed è stato registrato in giro per il mondo, a Porto in Portogallo, Cottage Grove nell’Oregon, New York City e Atlanta, città adottiva di Holley.
Al disco hanno partecipato artisti in veste di ospiti creativi di livello eccelso come Laraaji, il duo jazz Nelson Patton, il compianto Richard Swift, il sassofonista Sam Gendel e il bassista Shahzad Ismaily.
Un’opera affascinante e coinvolgente, forse non per tutti, ma se si riesce a penetrare nel mondo di Holley si farà fatica a distaccarsene.


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