David Davis e i Warrior River Boys sono da tempo considerati i maggiori esponenti moderni del bluegrass tradizionale, ma nella loro ultima uscita, “Did Not He Ramble: Songs of Charlie Poole”, superano i confini del genere scavando più a fondo nelle radici della musica acustica.
In questo disco portano una attenta selezione di canzoni originariamente registrate dal leggendario Charlie Poole e dai suoi North Carolina Ramblers negli anni ’20, una generazione prima che a Bill Monroe fosse attribuita la fondazione della musica bluegrass.
“Didn’t He Ramble” è atteso con impazienza nei circoli bluegrass, così come tra i fan della musica folk e acustica. Il co-produttore David Davis è al comando, è un veterano che appare in numerose registrazioni di bluegrass classico e vincitore di innumerevoli premi nell’ambiente della musica bluegrass e Country. Davis è stato parzialmente ispirato da Ken Irwin, uno dei fondatori della Rounder Records, a considerare un intero album incentrato sul repertorio di Charlie Poole.
I maestri bluegrass di prima generazione, Bill Monroe e Blue Grass Boys, hanno entrambi registrato una versione di “White House Blues” di Poole, e la sua musica costituisce la base del repertorio del primo bluegrass.
“L’idea di registrare un tributo a Charlie Poole era molto interessante per noi”, dice Davis. “Per un certo numero di anni lo abbiamo menzionato come “Il nonno della musica Bluegrass”. Il miglior tributo che potevamo offrirgli era cercare di prendere gli elementi chiave della sua musica e traghettarla verso forme più moderne di musica tradizionale, per affermare che Poole non è solo il “Nonno del Bluegrass”, ma il “Nonno” di una schiera di musicisti molto più ampia”.
Registrato da Gary Gordon all’ Inside Out Studio, “Did not He Ramble” è molto più di un semplice tributo o revival di uno stile musicale precedente. Tra queste tracce di nascondono I più grandi capolavori di Charlie Poole. Davis conclude: “Abbiamo preso le canzoni di Poole e le abbiamo fatte nostre, le abbiamo suonate a modo nostro, con le nostre forze, con cuore, testa e pancia”.
“Didn’t He Ramble” non solo dona nuova vita a vecchie canzoni, ma porta una ventata di spensieratezza e buon umore che è contagioso come la musica stessa.

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