Ciò che mi attirò dei Ladytron fu il nome scelto, che si riferisce ad una canzone omonima dal primo album dei superlativi Roxy Music. Sono originari di Liverpool e sono in attività dal 1999. Il loro sound è una combinazione di electropop, new wave e shoegaze.
Dopo un lungo silenzio discografico i nostri ritornano con un album omonimo, il loro sesto in carriera per la loro etichetta personale, Laditron Records che verrà distribuito tramite !K7.
“Ladytron” segue la pubblicazione dei due ottimi singoli, ‘The Island’ e ‘Animals’, che avevano anticipato la ripresa dell’attività della band dopo sette anni di silenzio. Sintetizzando vent’anni di sperimentazioni in un solo album, “Ladytron” spinge ulteriormente i limiti dell’elettropop verso nuove direzioni con tredici canzoni che esplorano l’inquietudine dei nostri tempi. Retto dai caratteristici synth analogici della band, il lavoro è un album importante. che irradia un’urgenza viscerale.
Grazie a ritornelli accattivanti, ottimi riff, melodie travolgenti e ricche armonie, il loro sesto album eponimo si rivela come uno dei migliori sin qui realizzati. La cantante/tastierista e leader del gruppo Helen Marnie ha detto che per noi è come ritrovarsi dopo tanto tempo con un vecchio amico. Tutti e due siamo cambiati, ma abbiamo ancora tanto in comune. Intimità ed entusiasmo. Aggiunge, poi, Daniel Hunt: è diverso ed emozionante. È più pesante di “Gravity”, volutamente più calmo ed etereo. Le atmosfere sono quelle ma c’è è più urgenza.
Nell’album è presenta anche il contributo di Iggor Cavalera (Sepultura/Mixhell/Soulwax) alla batteria.
Un ritorno gradito che non lascerà indiferrenti!!!
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