KING GIZZARD AND THE WIZARD LIZARD: “LW” cover albumUno dei fattori che indispettisce maggiormente gli ascoltatori d’oggi è l’eccessiva prolificità di un gruppo. Ora la band in questione ha pubblicato diciassette album di studio, che sono parecchi considerando il fatto che esordirono nel 2010. Io ho sempre valutato solo e soltanto la qualità artistica di ogni musicista che ascolto, fregandomene di qualsiasi altra considerazione. I nostri sono così veloci nel pubblicare novità che spesso ci fanno perdere il filo del discorso, ma non sono mai scaduti di qualità. Anzi se c’è un disco da ricordare della loro ricca produzione è proprio questo.

“LW” è l’album dei prolifici King Gizzard and the Lizard Wizard, uscito via Flightless, a soli tre mesi dal precedente “KG”. Come dichiarato dal frontman Stu Mackenzie, i rocker psichedelici avevano in programma di realizzare un paio di album collegati per tornare alle esplorazioni microtonali che avevano iniziato con “Flying Microtonal Banana” del 2017. Ad anticipare l’album, il singolo “If Not Now, Then When?”, accompagnato dallo stravagante video animato realizzato dal Dr. D Foothead, lo psych-rock mediorientale di “O.N.E.” e “Pleura”, accompagnato dal video diretto da John Angus Stewart, che in precedenza ha realizzato il film concerto della band del 2020, “Chunky Shrapnel”. Nel clip, che contiene una live performance del gruppo, lo schermo è suddiviso in sei quadrati, con ogni sezione che segue un diverso membro della formazione.

I due dischi sono davvero fratelli: unici nella loro estetica, fermamente individuali, ma condividono lo stesso DNA e potrebbero aver vissuto nella stessa casa prima che fosse chiesto loro di ‘uscire ed esplorare il mondo’. Sottotitolato “Explorations into Microtonal Tuning Vol. 3”, “LW”, riprende, in un certo senso, da dove “KG” si era interrotto: nel bel mezzo di un tour globale di influenza musicale, che spazia dalle scale e ritmi subsahariani, ai raga indiani. Ma ci sono elementi, in questo nuovo LP, che sembrano come se i sei di Melbourne stessero staccando un’altra delle loro creatività e avvicinandosi al nucleo di ciò che sono veramente.

Rilasciato quasi quattro anni dopo il rivoluzionario “Flying Microtonal Banana” (noto anche come “Explorations into Microtonal Tuning Vol.1”), l’opera mostra che il gruppo continua a godersi i suoni di strumenti a corda e drum kit sintonizzati su microtoni. Le chitarre hanno tasti extra in modo che si possano suonare note “non tradizionali”; le percussioni sono leggermente stonate ma vengono comunque colpite in modo così sincopato da mantenere il battito del piede dell’ascoltatore. Il risultato è un’altra raccolta di canzoni leggermente traballanti e molto eccitanti.

I temi della fine ecologica, del futuro distopico e il flusso di dipendenza dei mezzi di informazione contribuiscono tutti a un viaggio di nove tracce di alcune delle opere più avanzate di King Gizzard. I membri della band che scrivono le canzoni si adattano ulteriormente ai loro stili distinti: il chitarrista e frontman Stu Mackenzie (“If Not Now, Then When?” “See Me”) continua a rappresentare il destino con aplomb jazz e giocoso; le canzoni che il chitarrista Joey Walker scrive (“Pleura”, “Ataraxia”) sono più lati di un oscuro e positivo groove n-gon; e sulle tastiere / armonica, Ambrose Kenney-Smith (“Supreme Ascendancy” e “Static Electricity”) evoca immagini fuori posto, punteggiate da ritornelli unici. Questa è una formazione al culmine dei propri poteri e della propria produzione creativa, che conoscono esattamente cosa stanno facendo. Basta ascoltare le due parti del brano “KGLW” per cogliere appieno la gamma in cui questa band naviga sapientemente.

Sì, questo è il loro diciassettesimo album in 11 anni. Ma non lasciano nulla di intentato o percorso inesplorato. Ed ecco confutato il pensiero di inizio recensione, se si ha qualcosa da esprimere non conta che qualcuno sia estremamente prolifico!!!


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