Quanti dischi avete di Julian Oliver Mazzariello? Pensateci. Probabilmente farete fatica a rispondere. Magari la vostra memoria non riuscirà a risalire al numero preciso, ma sarete certi di trovarne qualcuno nella vostra collezione musicale.
D’altronde quel tocco sul pianoforte è inconfondibile, quell’eleganza si riconosce alle prime note, è impossibile dimenticare quel nome così particolare, così anglo-partenopeo. Ma la verità è che no, di Julian non avete nessun disco. Perché Julian ha prestato la sua arte a tanti colleghi musicisti, ma non aveva ancora preso la decisione di esporsi in prima persona, come leader di una formazione.
Dischi magnifici in duo con Fabrizio Bosso (col quale ha condiviso varie avventure musicali), con il gruppo Yatra di Enzo Pietropaoli (sempre per Jando Music/Via Veneto Jazz) o come fiancheggiatore di Lucio Dalla, Stefano Di Battista, Maria Pia de Vito, Edoardo De Crescenzo o Fabio Concato, ma “Dèbut” – in uscita in autunno 2018 per Jando Music e Via Veneto Jazz – è la sua prima prova da solista.
E finalmente abbiamo l’occasione e l’opportunità di ascoltare Mazzariello in tutta la sua fantasia creativa e compositiva: groove, swing, tecnica sopraffina, in un percorso tra stili diversi affrontati con grande consapevolezza.
Che siano ballate (“Monk in Paris”, “J’s Ballad”) o brani più groovy (“Funky chunks”) o morbidi blues (“Modal blues”), il pianista guida con maestria l’eccezionale trio che si completa con André Ceccarelli alla batteria e Rémi Vignolo al contrabbasso.
Sette composizioni originali e due “standard” della canzone: la “Accarezzame” di Pino Calvi (già interpretata da Roberto Murolo, Peppino Di Capri, Renzo Arbore e tanti altri) e “Que reste-t-il de nos amours?”, capolavoro di Charles Trenet.


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