JOSH KIMBROUGH- “Slither Soar & Disappear” cover albumAvrete avvertito, durante il periodo di lockdown, senza il rumore dei mezzi di locomozione e senza gli assembramenti degli esseri umani, quanto i suoni della natura si fossero resi protagonisti alle nostre orecchie facendoceli riscoprire: il fruscio del vento, il canto degli uccelli.

Il disco in questione mi ha riportato alla mente quelle sensazioni perché mette in risalto l’importanza dell’ambiente che ci circonda nella costruzione dei suoni protagonisti in questo bel dischetto, dato alle stampe da un giovane chitarrista solista di nome Josh Kimbrough. Il lavoro è stato realizzato a Chapel Hill nella Carolina del Nord, luogo in cui si respira quella sorta di romanticismo che è tipico delle piccole cittadine americane e che l’ascolto delle limpide melodie che riempiono l’album ci riporta alla mente. Il lavoro è stato stampato dalla Tompkins Square, etichetta specializzata in nuove uscite e ristampe di ‘folk american primitivism’. Josh si è formato come chitarrista studiando gli assolo di Freddie King e le eleganti partiture classiche di Fernando Sor, ma in quest’occasione l’ispirazione viene direttamente dalla natura osservata e metabolizzata dal portico di casa, per cui la raccolta è nata da uno stato contemplativo che si manifesta anche nei titoli delle canzoni che richiamano le fiabe.

I brani sono guidati dallo stile leggero in fingerpicking del nostro, sostenuto da corde fluenti e percussioni minime Kimbrough ci porta nei boschi e nei cieli che si trovano al di là della sua casa in Carolina del Nord. Con l’assenza di qualsiasi testo si rafforza questa connessione naturale. Dopo aver trascorso 15 anni in un collettivo musicale con sede a Chapel Hill, NC, l’idea di fare un album da solista è venuto a Josh mentre sedeva con il suo bambino addormentato davanti a casa. Voleva fondere la sua soddisfazione di diventare padre, il mondo naturale che lo circonda e il piacere della solitudine.

Kimbrough attira timidamente l’ascoltatore con le fluenti note che escono dalle corde della propria chitarra. I titoli dicono tutto, “Sunbathing Water Snake” è un flusso sonoro che scorre dolcemente. Si nota una ripetitività che deriva dalle sue influenze classiche. ‘Booker Creek Ripple’ inizia con il riff blues più delicato per poi dirigersi verso ariosi folk dai contrappunti old-time. Il nostro trasmette un senso di appagamento tipico di chi vive a un ritmo più lento, in armonia con la flora e la fauna. Ci sono scintillanti country-blues come in “Two-thirds of a snow-man”, solismi ricchi di atmosfera sognante che si incontrano nella bella “Glowing treetops” oppure bluegrass che dipingono spazi enormi come in “Backyard hawk”

In mezzo a queste sonorità che ci appaiono quali paesaggi silvestri arriva il rilassante “Simon’s Lullaby”,il motivo per cui tutto questo è nato. Il violoncello e il violino aggiungono un collegamento diretto ai sogni.

Un senso di pace, un’aura magica pervadono questo magnifico dischetto strumentale che per nessuna ragione al mondo dovete farvi mancare!!!


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