Devo ammettere di aver scoperto questo dischetto per caso e di averlo ascoltato per il titolo che faceva riferimento a Jerry Garcia, indimenticato leader dei Grateful Dead. Non si tratta di un disco appena uscito, ma ne sono venuto in possesso solo ora a distanza di quasi quattro mesi dalla sua stampa.
Joe Craven è un violinista (suona però tanti altri strumenti) che fece parte della formazione in quintetto di David Grisman e, pur non essendo un “Deadhead”, si dichiara un profondo ammiratore del grande Jerry.
Ne venne in contatto all’inizio degli anni novanta quando uscirono due dischi di collaborazioni fra Garcia e Grisman dal titolo “Garcia/Grisman (1991) e “Not for kids only” (1993).
Quell’incontro lo portò a considerare la musica in modo diverso proprio grazia al contatto con la cultura musicale, la fantasia e la curiosità che hanno sempre caratterizzato la carriera di Jerry.
Il disco in questione è un atto di devozione che va a scandagliare tra le tante composizioni del chitarrista, ma non solo quelle anche brani in cui il tocco di Garcia e la sua inventiva li rendeva storici.
È un album molto godibile e divertente in cui la rilettura non è un semplice omaggio, ma un qualcosa che li rende come nuovi con una grande abilità ritmica di Barry Eldridge, una capacità di improvvisare da parte di Craven che ci da dentro al violino e mandolino, gli aromi e sapori che il dobro di Bruce MacMillan riesce a dipingere.
Per rendere l’idea vi cito due tracce, l’iniziale “Franklin’s tower” della durata di oltre otto minuti in cui i nostri amici ci presentano una versione ritmicamente funky sulla quale giocano con pause, stacchi, ripartenze ed evoluzioni acustiche tali da renderla un piacere per le nostre orecchie, e la conclusiva “Friend of the devil” che viene servita in salsa swamp, rallentata al massimo e portata ad una durata di circa nove minuti.
Un album che consiglio a tutti non solo agli amanti di colui che è citato nel titolo!!!
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