Non tutto accade all’improvviso e il debut album di Jesse Mac Cormack non fa eccezione: il suo art-rock caleidoscopico è l’apice di 5 anni di studio meticoloso, registrazioni ed evoluzioni. Le canzoni che compongono “Now” sono sfaccettate e proiettate al futuro, richiamando il pop di Tame Impala, Talk Talk e Perfume Genius.
Come sempre in carriera, Mac Cormack ha suonato la maggior parte degli strumenti presenti nell’album, dal basso alla batteria, fino al sintetizzatore analogico. Jesse è un mago dell’home-studio, oltre che un ottimo chitarrista – eccellente il suo omaggio a Stevie Ray Vaughan in occasione del Montreal International Jazz Festival del 2018. La sua tecnica è stata affinata da anni di collaborazioni in tutto il nord America e in Europa con Patrick Watson, i Barr Brothers, Cat Power, Helena Deland, Emilie Kahn, Philippe Brach e tanti altri.
Per la sua prima uscita, il polistrumentista canadese, ha cercato di creare musica che avrebbe trovato il suo habitat naturale in un concerto dal vivo, con riff potenti accompagnati da synth e percussioni. È così che sono nati brani come “Give a Chance”, costruiti a partire dalla sezione ritmica immaginando proprio la possibile reazione di un pubblico dal vivo.
Tutto questo senso di esplorazione pervade le 10 tracce di “Now”, così come lo fanno un forte lato onirico e l’idea che le scoperte non siano solo frutto di uno studio a monte e di una teoria, ma di una sensazione.
È proprio a causa di una ricerca approfondita che la musica di Mac Cormack non sembra mai senza meta o confusionaria. Questi non sono brani improvvisati messi insieme per caso; sono probabili hit, dirette e cristalline. Tanto che se si dovesse associare il disco ad un panorama, sarebbe il deserto del Mojave, vasto e misterioso, il letto tranquillo di quello che una volta era un oceano tumultuoso. La Death Valley occupa un posto importante nell’immaginario di Jesse, al punto che ha voluto farne la location per le foto dell’album e per quelli che saranno due video futuri.
Per qualcuno gli albumi sono delle dichiarazioni, dei sommari di ciò che sei e di ciò che vuoi. Per altri sono documenti, il resoconto di un particolare periodo, scritto prima che il ricordo svanisca.
“Now” in qualche modo riesce ad essere entrambi: una dichiarazione di principi e un battito di ciglia, cantautorato nato dal dolore e la presa di coscienza che tutto passa.
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