Che titolo affascinante, sembra richiamare qualcosa di misterioso, una terra da scoprire, oppure suggestioni ritmiche di madre africa a cui Cyrille non è mai stato estraneo nei suoi percorsi percussivi.
“Lebroba” è solo un acronimo che riassume i tre luoghi d’origine dei protagonisti: LEland (Mississippi), BROoklyn (New York) e BAltimore (Maryland).
La seconda uscita per ECM suscitava molte attese, sia per la presenza di un gigante quale Wadada Leo Smith, sia per il tipo di formazione completamente nuova, e la musica non delude, anzi mi sento di porre il disco tra i migliori usciti nell’annata scorsa.
La centralità dell’album è rappresentata da una suite in quattro parti, pensata da Smith e dedicata ad Alice Coltrane in cui Wadada si muove in piena libertà, con grande lirismo, interrompendo e riattaccando il discorso in continuazione.
Cyrille è una presenza intelligentemente discreta, che sembra girare “intorno” al ritmo invece che guidarlo con forza. La parte armonica è nelle mani di Bill Frisell e della sua sei corde che donano ricchezza di colori ed effetti. Su tutto si eleva la tromba dell’immenso Smith che privilegia un fraseggio lirico e melodico e indulge più raramente su dissonanze e sperimentalismo.
Un lavoro di grande liricità che si insinua in tutti i nostri sensi e, se vogliamo dirla tutta, si allontana dai canoni della casa bavarese spesso troppo cerebrali ed algidi. Questo è dovuto alla presenza di Frisell e alla sua capacità di saper addentrarsi in mondi musicali diversi, dal folk al blues, dal country all’americana che permette all’opera di poter essere ascoltata anche da non jazzisti.
Bello, bello, bello!!!


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