Arrivati ad un certo momento, dopo una carriera ricca di soddisfazioni e piena di tanti lavori da ricordare, è facile capire come si possa essere attratti dall’idea di guardarsi indietro e pensare ad un bilancio di ciò che si è raggiunto.
Anche Jeff Tweedy non si è sottratto a questa consuetudine. Il leader dei Wilco e degli Uncle Tupelo prima di loro ha pubblicato una autobiografia dal titolo “Let’s go (so we can get back) che viene affiancata anche da un nuovo album, “Warm”.
Si tratta del primo vero album solista del nostro, in quanto il precedente, “Together at last” del 2017, riproponeva vecchie tracce del proprio catalogo in versione acustica.
L’ispirazione viene direttamente dai suoi primi momenti di musicista, sono bozzetti in forma di ballata dai sapori ed umori country-folk, che sembrano, in qualche modo non considerare quanto da lui prodotto dall’esordio del 1990 con gli Uncle tupelo “No depression” fino alle prove ultime con il gruppo attuale dei Wilco.
Le registrazioni si sono effettuate al “Loft” di Chicago (di proprietà di Tweedy stesso), le composizioni si avvalgono di arrangiamenti scarni, raccolti, oserei dire quasi dimessi. L’ispirazione è, di contro, ai livelli più alti come non capitava da tempo, forse bisognerebbe tornare al 2004 e citare quel gran disco che fu “A ghosts is born”. Ho letto in rete giudizi poco lusinghieri di “Warm”, io sono più vicino alle valutazioni che hanno accompagnato le recensioni su Mojo ed Uncut i due magazine inglesi.
D’altronde credo che sia difficile chiedere di più ad un autore sulla braccia da quasi tre decenni, ma che ci consegna un lavoro accattivante come da tempo non accadeva!!!


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