Laurel Canyon è un quartiere nella zona delle Hollywood Hills nella città Los Angeles in California. Negli anni ’60 il quartiere fece da palcoscenico alla Controcultura diventando famosa per essere la residenza di molti musicisti rock come Frank Zappa, Jim Morrison dei The Doors, The Byrds, Buffalo Springfield e dei Love.
“Echo in the canyon” è un documentario che dovrebbe già essere uscito nelle sale americane, diretto dal regista Andrew Slater, narra dell’esplosione musicale avvenuta nella seconda metà dei sessanta avvenuta in quel distretto e che vide protagonisti gruppi quali The Byrds, Buffalo Springfield, Love per citarne alcuni. All’interno del documentario si vedono sfilare gran musicisti come David Crosby, Brian Wilson, Roger McGuinn, Steve Stills, Jackson Browne, Lou Adler e Tom Petty che concede l’ultima intervista prima di lasciarci ad inizio ottobre 2017. Non si hanno ancora notizie se la pellicola arriverà anche nelle nostre sale cinematografiche, perché credo che diversi appassionati sarebbero contenti di poterla guardare e venire così a conoscenza di episodi particolari, aneddoti, di alcune inedite esibizioni di quel magico periodo.
Interessante anche la colonna sonora, curata da Jacob Dylan e dalla sua band, che vede la presenza di suoi amici come Cat Power, Beck e Regina Spektor. L’idea di base vuole essere quella di tributare la musica del canyon interpretando alcuni dei brani più significativi del periodo cercando un modo per portarli a nuova vita. Non ci sono interpretazioni superiori agli originali, ma il dischetto si ascolta con piacere ed è perfetto per la stagione che stiamo vivendo.
I Byrds sono quelli che vengono passati al dettaglio in ben quattro occasioni. Si inizia con “The bells of Rhymney, ballata resa immortale da Pete Seeger, rivista da Jakob in compagnia di Beck con notevole intensità. Il duetto si ripete per “Goin’back” e ancora una volta ne apprezziamo la vena cantautorale.
Cat Power si esibisce in “You showed me” brano uscito su singolo firmato McGuinn/Clark e portato al successo dai Turtles. La versione mi sembra molto ispirata, tanto da considerarla uno dei momenti più alti del disco.
Con Fiona Apple ci fa ascoltare un brano minore e sorprendente, “It won’t be wrong”, versione ricca di vibrazioni positive, nonostante la brevità.
I Buffalo Springfield e i Beach Boys vengono omaggiati con due pezzi ciascuno. Dei primi viene presa in considerazione “Questions” di Stills, con Clapton che affianca Dylan per una versione eccellente e molto attuale, tanto che il brano sembra scritto oggi, non mezzo secolo fa.
“Expecting to fly” è uno dei tanti capolavori di Neil Young, la parte cantata è all’altezza dell’originale, con le voci di Jakob e Regina Spektor in gran spolvero, ma la parte orchestrale non regge minimamente la sfida.
I Beach Boys si vedono riletta “In my room”, siamo nel 1963 per questa traccia composta da Brian Wilson e Gary Usher. Il nostro è affiancato da Fiona Apple, ne risulta un momento romantico e accattivante.
Neil Young si fa apprezzare ai cori nella poco conosciuta “I just wasn’t made for these times”, brano contenuto nel capolavoro “Pet Sounds”, ma non tra i più conosciuti e rilevanti.
Poi è il momento di canzoni come “Go where you gonna go” primo singolo dei Mamas & Papas, “She” dei Monkees che vede la partecipazione di Josh Homme, la delicata ballata degli Association “Never my love” gode di uno strepitoso duetto con Norah Jones che esalta l’impianto folk rock pop dell’originale e per ultima una canzone dei Love “No matter what you do” con l’aiuto, ancora una volta, di Regina Spektor per una bella interpretazione in chiave jingle-jangle che la avvicina maggiormente ai Byrds che al gruppo di Arthur Lee e con ottimi stacchi chitarristici.
Sono a conoscenza del fatto che i tributi, in questo caso ad una scena piuttosto che ad un musicista, non siano mai stati troppo apprezzati dalle nostre parti, in questo caso ne risulta un bell’album da gustarsi dalla prima all’ultima nota e che riporta a galla un momento in cui la funzione sociale della musica aveva una grande rilevanza, non come ora che tutto passa inosservato!!!


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