Anderson East è un giovane di belle speranze, dotato di una voce calda ed espressiva, di un aspetto piacevole, capace di farsi apprezzare su più livelli, vanta una girandola di cambiamenti artistici e di collaborazioni che sembrano degni di un veterano.
All’inizio è indeciso, non sa che strada musicale percorrere come si evince nei primi due lavori, quindi il risolutivo trasferimento a Nashville e la svolta con il ritorno alle proprie radici, attraverso l’incisione nei mitologici Fame studios di Muscle Shoals. “Delilah” è ancora sul guado tra pulsioni soul e R’n’B e il cantautorato americano, mentre “Encore” è un disco che sceglie con risolutezza la via del rhythm’n’blues e del soul d’annata, enfatizzando il canto di educazione gospel del protagonista (ricordiamo il nonno predicatore Battista e i genitori musicisti non-professionisti per la Chiesa locale), il suo sguardo da ammiratore incantato della grande stagione del southern soul che fu di Otis Redding e Wilson Pickett, e sempre un occhio di riguardo per Van Morrison. Tutto è rielaborato in una veste attuale con il produttore Dave Cobb, grazie alla propria capacità di trovare i suoni giusti, riesce a calibrare perfetti arrangiamenti a livello estetico.
Come spesso accade per artisti americani dopo un certo periodo viene fatto uscire un disco dal vivo come momento topica della carriera. “Alive in Tennesse” è uscito lo scorso aprile per il Record Store Day in doppio vinile tirato in solo 2000 copie. Ora la Elektra lo rimette in commercio per dare la possibilità a più ascoltatori di gustarlo appieno.
Il nostro è accompagnato da una super band con tanto di sezione fiati e ci consegna un concerto di alto livello qualitativo, grazie alla capacità di tenere il palco perfettamente e coinvolgendo il pubblico a più riprese. L’esibizione si svolse alla fine di settembre del 2018 presso il Ryman Auditorium di Nashville e ci dà conferma della popolarità del cantante, soprattutto nel sud degli Stati Uniti. I brani arrivano quasi tutti dai due dischi dell’Elektra, tranne una cover di Sam&Dave. L’inizio è coinvolgente con “Satisfy me” e la meravigliosa “If you keep leaving me”, una soul-song di chiara derivazione sixties.
Con “Devil in me” la voce di East comincia a carburare e si pone in contrasto con i fiati che entrano a sporcare la suadente melodia. “Hold on i’m coming” è la cover di cui sopra, l’interpretazione è classica, ma non identica all’originale, in evidenza ancora la sezione flatistica che si inserisce perfettamente nel contesto sonoro.
Voce e fiati che si confermano gran protagonisti nella dolce “Without you”, mentre da applausi l’andamento di “Sorry you’re sick”, le note centellinate lentamente per dare spazio all’entrata in scena di Anderson capace di scaldare l’audience oltremisura.
Sono diversi i dischi di soul classico usciti recentemente, questo è uno dei migliori, forse anche per la sua dimensione concertistica!!!


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