Nati nella costa sud‐ovest della Norvegia, in una zona battuta dal vento incessante e in cui i fiordi evocano immagini di un altro mondo, gli I WAS A KING sono il progetto di Anne Lise Frøkedal (chitarra e voce), Frode Strømstad (chitarra e voce), Ole Reidar Gudmestad (basso) e Pål Hausken, uniti dal 2006 e con già 5 album all’attivo. All’inizio erano una band power pop dall’indole rumorosa, ma anno dopo anno hanno ammorbidito le asperità, cercando più costantemente l’aspetto melodico e abbracciando un’estetica maggiormente classica.
Il sesto disco, “Slow Century”, è il risultato della collaborazione con il produttore Norman Blake (Teenage Fanclub) e in questo album più che in altri la combinazione delle voci della Frøkedal e di Strømstad può essere definita eterea, dimostrando tra le altre cose che il pop più dolce può nascere davvero ovunque. “Slow Century” è infatti una raccolta di brani power pop scritti, registrati e prodotti nella pittoresca cittadina di Egersund, nella contea di Rogaland. Del paesino, gli I Was A King, hanno raccontato la vita quotidiana nei piccoli centri abitati, mettendolo in relazione con la sensazione di conforto che dà la nostalgia e l’euforia dell’essere in viaggio verso nuove avventure. I loro album, dal sapore indie pop, sono sempre stati amati dalla critica norvegese e internazionale, riuscendo così ad attirare l’attenzione di Robyn Hitchcock, Daniel Smith (Danielson) e Sufjan Stevens ‐ collaborando sia con loro che con artisti dello stesso calibro. Un lavoro che si pone sulla scia di maestri quali i Big Star, Byrds, Teenage Fanclub e che si allontana sempre più da formazioni come i Dinosaur Jr. anche se qua e la affiora ancora una chitarra abrasiva.
L’attenzione è, ora, focalizzata alla ricerca della melodia, per questo motivo i brani sono brevi e concisi.


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