La musica del nuovo disco dei BE FOREST si espande in ogni direzione, si immerge nell’oscurità fino a esserne fatta della stessa sostanza. “Knocturne”: knock, un colpo, un segnale dalla notte. Questo disco è un richiamo nel buio e al tempo stesso la risposta. I Be Forest mancavano dal 2014, dai tempi dell’acclamato “Earthbeat”, e per il loro ritorno hanno voluto scegliere con cura e pazienza il modo giusto, mettendo a punto un’opera che li rappresentasse dalla prima all’ultima nota, un disco che fosse, innanzitutto, onesto, diretto. Lo si avverte subito dal suono, al tempo stesso più spoglio e più ricco, il più possibile analogico.
Nonostante la produzione di ogni traccia sia stata molto meditata e stratificata, i Be Forest hanno raggiunto qui la loro musica più sincera di sempre, pura. In mezzo a quei riverberi così caratteristici dei nostri, tra delay che si sovrappongono, percussioni dolenti e rabbiose, e quella voce come un sussurro in un sogno, il nuovo lavoro racconta la necessità di parlare con sé stessi nel modo più leale possibile, dichiarare i propri limiti per poi crescere e diventare ciò che si è, e non ciò che si vuol essere.
Il disco cattura questo sentirsi smarriti nel “tempo di mezzo”: non più bambini, non ancora adulti. “Knocturne” vuole restare sulla linea del sipario, nel mezzo, tra le pieghe del velluto, immerso nel buio, cupo e curioso.
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