HELENA DELAND: “Someone New” cover albumÈ uscito lo scorso 16 ottobre per Luminelle l’atteso album di debutto della cantautrice canadese Helena Deland intitolato “Someone New”, che segue la pubblicazione di ben 5 EP pubblicati tra il 2016 il 2018 nonché il singolo “Free The Frail” realizzato due anni fa con l’artista hip hop nord americano JPEGmafia. Si tratta di una delle più interessanti ed innovative cantautrici, tra le artiste nord americane più attese al varco dell’album d’esordio. Lo stile di Helena è unico e apprezzato tanto dagli appassionati di folk e indie contemporaneo quanto dai produttori legati al mondo dei beat hip hop e dell’elettronica sempre alla ricerca di voci innovative. Le influenze della Deland sono differenti, vicine tanto al mondo indie di Jessica Pratt quanto alle mutazioni folk e jazz classiche di Joni Mitchell. Non è la solita cantautrice, ma una voce nuova capace di coniugare sonorità classiche e tematiche contemporanee. In molti si sono accorti di questa artista e “Someone New” non farà altro che confermare l’ottimo riscontro di pubblico e critica già ricevuto dall’artista canadese.

Segue la raccolta del 2018 della giovane musicista, “Altogether Unaccompanied”, una serie di quattro brevi EP che avrebbero costituito il suo primo full-length. Invece del formato tradizionale dell’album, ha diviso il progetto in parti più piccole, mettendo insieme tracce con stati d’animo e temi simili: ogni volume è distinto, modellato sulla propria rigida tavolozza di suoni e strumentazione. In “Someone New”, la Deland ha riunito il suo fragile folk e pop con sfumature elettroniche in un unico corpo di lavoro, pieno di lirismo evocativo e paesaggi sonori fantasiosi.

Dalla linea di apertura all’ultimo accordo smorzato, il disco è un esercizio di vulnerabilità visceralmente schietto; Helena costruisce un’effigie di sé stessa per avvolgerla nelle fiamme, sperando che rinascerà dalle ceneri.

La scrittura di canzoni della cantautrice canadese è una purga di emozioni, profondamente terapeutica, che offre l’opportunità di ricominciare da capo.

Musicalmente la nostra tiene la chitarra elettrica da parte e si affida a toni confidenziali, mantenendo un basso profilo e anche i volumi non sono mai esagerati. Si dovrebbe parlare di pop intimista e crepuscolare, forse anche di folk.

L’uso dello spazio e del suono trasforma “Someone New” in un’entità vivente e che respira. Al suo apice “Fruit Pit” implode, soffocando nel basso mentre canta di allontanarsi dalla percezione visiva degli altri; questa claustrofobia è alleviata in “Pale” mentre si concede per alleggerire il peso delle sue insicurezze. Ogni sensazione che trasmette attraverso i suoi testi è amplificata dalle complessità della produzione; anche la traccia più cruda, “Seven Hours”, la dice lunga nel suo silenzio. Momenti di sollievo sono nascosti negli angoli, brevi sacche di ottimismo nella disperazione. “Lylz” è un racconto di evasione e un’ode alla sorellanza, una mano tesa che offre la promessa di guida dalla “terrificante incertezza” di questo mondo a un luogo più appagante. In “Clown Neutral”, la voce galleggia dolcemente su un mare di armonie mentre fornisce rassicurazione.

È un’opera che risuona nella mente a lungo, anche dopo che si è terminato l’ascolto, perché in precedenza ha richiesto il massimo dell’attenzione. Dopo che le ultime note sono svanite nel nero, il fantasma di “Someone New” continua a perseguitarti: è un disco assolutamente indimenticabile!!!


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