Il nuovo album di Heather Leigh ex collaboratrice dei Charalambides è un piccolo capolavoro di indie-blues deviato, in cui la sua pedal steel incontra una voce sempre più incalzante e poetica. Al disco partecipano John Hannon (violino e synth) e David Keenan (suo marito e celebre firma di The Wire) al basso elettrico.
Se già la conoscete e ricordate i dischi precedenti, sia in solitario che in collaborazione con Peter Brotzmann, noterete che il clima è completamente cambiato. Le asperità che caratterizzavano quei lavori sono quasi del tutto sparite. La chitarra resta lo strumento principale, ma questa volta accompagnata da passaggi vocali che rendono il tutto più “pop” e condividono con la pedal steel i passaggi melodici.
In alcuni momenti, quelli più morbidi e sognanti, non è sbagliato pensare ad un incontro tra la 4AD anni ottanta e la Kranky del decennio successivo.
Il brano che si eleva in assoluto è “Gold teeth” che, durante la durata di diciassette minuti si dipana in un’estasi continua, con le note che vibrano e volano leggere per ricordarci passaggi dei suoi amici Charalambides e la voce non è distante da quella di Tim Buckley.
Alto momento magico è “Soft seasons”, un brano imponente, sofferto ed intenso in cui la pedal disegna una melodia meravigliosa con dietro battiti rallentati che punteggiano le asperità.
Un album che la pone in una vesta più comunicativa, ma non per questo meno interessante. Il problema esisterà da questo momento in poi, cioè cosa farà in futuro!!!


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