GRANT LEE PHILLIPS- “Lightning, Show Us Your Stuff” cover albumA volte basta veramente poco, in questo caso una frase della giovane figlia ‘vieni fulmine, mostraci cosa sai fare’, per fornire ad un artista l’ispirazione a comporre un nuovo album. Un disco che vede il ritorno di Grant Lee Phillips ai suoi migliori livelli per intensità e profondità.

La fragilità dell’esistenza umana e le domande che ne scaturiscono sono il tema dominante di “Lightning, Show Us Your Stuff”, decimo album solista di Grant Lee Phillips che in questa occasione dà sfogo al suo lato più melodico e riflessivo facendo affidamento sulla sua calda e inimitabile voce e su un tappeto strumentale altrettanto avvolgente confezionato praticamente in presa diretta. Intensità e humour contraddistinguono le nuove dieci canzoni del cantautore e polistrumentista californiano, qui magistralmente affiancato dal batterista e percussionista Jay Bellerose (Alison Krauss e Robert Plant, Joe Henry, Ray LaMontagne) e dalla bassista Jennifer Condos (collaboratrice assidua dello stesso Bellerose e ascoltata anche in “The Ghost of Tom Joad” di Bruce Springsteen). Il disco è stato prodotto da Phillips stesso che è presente alla voce, alle chitarre, al pianoforte e all’organo. Registrato e mixato da Pete Min (Amos Lee, Andrew Bird) al Lucy’s Meat Market di Los Angeles, CA, Phillips è stato affiancato in studio, oltre che dai musicisti sopracitati, dalla pedal steel di Eric Haywood (Son Volt, The Jayhawks) e dal fiatista Danny T. Levin.

L’album offre un salve a un mondo ferito, che lotta per ritrovare l’equilibrio.

Dipingere un arazzo musicale splendidamente umano, “Lightning, Show Us Your Stuff” trova il cantautore veterano al meglio della propria ispirazione. Con 10 composizioni originali, ogni traccia mostra perché Phillips rimane uno dei più illuminati cantautori della sua generazione.

Il secondo singolo dell’album, “Straight to the Ground”, è stato presentato in anteprima alla SPIN. “Ho sfruttato i ricordi della mia gioventù per rendere un personaggio la cui educazione da piccola città lo trova a sentirsi accerchiato e disilluso. Immaginando una visione idilliaca a ovest, tutto sembra dolorosamente fuori portata”, dice Phillips. “Ricordo quella sensazione, la frustrazione di essere diciannovenne e abbastanza certo che il mondo intero mi avrebbe schiacciato se non fossi uscito di casa o non avessi preso l’autostrada nel senso di ricerca del mio luogo, in cui sentirmi a mio agio. Ho scritto questa canzone lo scorso autunno, poco prima della sessione di registrazione. Quando la canto oggi, però, non posso fare a meno di pensare alla mia figlia di dodici anni e a tutti i bambini le cui vite sono state sconvolte da questa pandemia , tutte quelle cerimonie di laurea e i pennarelli che sono stati strappati via”. Il primo singolo, “Lowest Low”, presentato in anteprima a Ditty TV, è stato elogiato da Brooklyn Vegan che ha notato: “Grant-Lee Phillips è tornato con questo nuovo singolo dolce e bellissimo, ancorato ad una musicalità calda e invitante”. L’idea di fondo del disco è quella di catturare una scheggia del tempo e renderla così com’è senza la volontà di ridurre il mistero che essa contiene in sé.

Opera da gustarsi lentamente, cercando di cogliere ogni minimo dettaglio e ogni prodezza melodica!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *