Gli Gnod hanno iniziato ad essere da me seguiti dal 2015 quando uscì il monumentale doppio cd “Infinity machine”.
Guarda caso proprio da quel momento iniziarono pure ad uscire dall’alveo di musicisti di nicchia ascoltati solo dalla popolazione indie e fecero un lungo passo verso una certa esposizione mediatica.
L’album da poco uscito lo dobbiamo assolutamente collocare tra i loro dischi più interessanti, rappresentando una certa summa della loro carriera.
Il brano omonimo, dotato di grande epicità, ricorda un po’ gli Swans di “Holy money” facendoci investire da un mantra di quindici minuti.
L’elettronica è sempre presente grazie alla partecipazione del guastatore elettronico Mai Mai Mai, ma non più in primo piano.
Sono un gruppo che nel corso della propria attività ha esplorato il noise nelle sue vari forme toccando lidi post industriali, noise-rock, psichedelici e krautrock.
“Europe”, un altro momento di punta del lavoro, è una traccia che ha un incedere glaciale e notturno quasi risentisse dell’atmosfera da incubo in cui versa l’aspetto politico e sociale della vecchia Europa.
Un’opera da cui non sembra trasparire alcuna speranza, ma che emana un fascino a cui è difficile resistere!!!


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