GARCIA PEOPLES – ‘Dodging Dues’ cover albumSette canzoni. Trentacinque minuti. Perché un ronzio così grande? Perché questo è Garcia Peoples e “Dodging Dues” è un album completamente diverso da qualsiasi altra cosa tu ascolti. Ed è solo metà gennaio!

Lavorando con Matt Sweeney, nel corso di due sessioni a febbraio e ottobre 2020, i ‘New Jersey Six’ hanno sviluppato qualcosa che va ben oltre i soliti punti di riferimento, calpestando territori inesplorati. La gloria di avere così tante persone che scrivono la musica è che il contesto ampliato consente alla formazione di andare in così tante direzioni diverse che le sorprese non sono semplicemente una parte dell’equazione, sono l’equazione. Niente è esattamente come sembra.

In nessun luogo è più chiaro che negli 8 minuti e 35 secondi di “Here We Are”. Slide e chitarra interagiscono, ma non c’è un antecedente immediato. Le sfumature del loro omonimo iniziano ad apparire, ma scompaiono quasi con la stessa rapidità con cui la canzone inizia a ballare a un ritmo tutto suo. Strati di voci non fanno che aumentare l’atmosfera del pezzo mentre continuano a ‘cavalcare’. Proprio quando la traccia inizia a sembrare un pezzo country, l’ingresso di un pianoforte porta il pezzo in una nuova direzione prima che la batteria inizi a battere un ritmo fratturato. Poi, dal nulla, assume una struttura sempre più intensa nell’avvincente minuto finale.

L’ingrediente base di “Dodging Dues” è l’affanno. Nel corso di quei 35 minuti, senti un gruppo che va in così tanti luoghi diversi che non hai mai la minima possibilità di riprendere fiato. Aprendo l’album, “False Company” ha le ossa della musica folk britannica innestata su qualcosa di molto più muscoloso. Le sei corde gemelle portano le cose più lontano prima che le due chitarre impazziscano.

Il trittico di “Cold Dice”, “Tough Freaks” e “Stray Cats” sono tutti collegati, ma lungo la strada coprono così tanto terreno che sembra un po’ come David Byrne che recita ‘Come sono arrivato qui?’. La gloria dei Garcia Peoples è la loro capacità di portarti in un viaggio che non ti sei mai reso conto di fare. Salendo sull’autobus, puoi andare in qualsiasi posto, ma l’unica cosa che puoi quasi garantire è che dove scendi non è mai dove ti aspettavi di essere. L’assolo di chitarra in “Tough Freaks” ruota su accordi intensi prima di addolcirsi in “Stray Cats”.

Hanno un’indole obliqua che si muove in tante direzioni/citazioni (Pavement, Meat Puppets, Pontiak). “Dodging Dues” è solo l’ultimo esempio di una band che cerca costantemente di trovare la porta successiva alle stelle!!!


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