Dopo cinque album di studio, l’ultimo dei quali lo splendido “All Thoughts Fly” del 2020, per solo organo, Anna von Hausswolff ha pubblicato “Live at Montreux Jazz Festival”, via Southern Lord il 14 gennaio.
Il disco dal vivo risale a un’esibizione del 2018 al celebre festival jazz, all’Auditorium Stravinsky, in apertura per Nick Cave & The Bad Seeds, e si articola in sei brani tratti dagli album “The Miraculous” e “Dead Magic”. Per l’occasione, la musicista svedese era accompagnata da una band di sette elementi che comprendeva anche la sorella Maria von Hausswolff ai cori. Le illustrazioni spettrali di copertina sono di Zezeah / Zeynep Kis. Il mixaggio è stato effettuato assieme a Filip Leyman, mentre il master è stato curato da Hans Olsson Brookes.
Nonostante provenga da un festival jazz, non è niente come il jazz. Semmai, è un insieme di brani prog guidati dall’organo con accenni al metal, ai droni e alla musica medievale. Il fattore più notevole è il canto di von Hausswolff, che prende in prestito tecniche dal pop e dal blues. È allo stesso tempo fragile e potente, e singolarmente emotiva. Insieme alle lunghe pause strumentali e allo sviluppo tematico della band, non si può tuttavia confondere questa musica con qualcosa di mainstream. Che si tratti di urlare contro fitti muri di accordi o di adottare un approccio più gentile durante i passaggi introspettivi, Anna ha uno stile sorprendente e non convenzionale.
Inoltre, il suo uso dell’organo e dei testi con sfumature religiose riesce a giustapporre una sottile invocazione al cattolicesimo con qualcosa di molto più primitivo. Allo stesso modo, le sue canzoni d’amore mostrano un’oscurità che impedirebbe loro di essere posizionate vicino a una lista dei primi 40.
Immediatamente, “The Truth, The Glow, The Fall” stabilisce il tono per la performance: piena, luminosa e intensa. ’Riesci a sentire la canzone?’ canta la nostra, ‘Ti perseguita’. “Pomperipossa” eclissa quindi la luminosità della traccia di apertura con un’intensità incantevole e oscura. Qui canalizza l’energia frenetica di Diamanda Galas, i cui toni alternativamente operistici e gospel saranno divenuti noti al pubblico presente in sala nella serata. C’è molto più vigore in questa performance rispetto all’originale in studio, che dovrebbe essere il fascino di qualsiasi disco dal vivo, e il missaggio e il mastering dell’LP riporta in vita questa performance.
Successivamente, “The Mysterious Vanishing Of Electra” porta il suo ritmo sismico al procedimento. I testi oscuri e confessionali di Von Hausswolff e l’intensità viscerale e meditabonda sono dipinti nei toni degli Swans (con cui la prima ha collaborato) ed è fantastico sentire il loro tipo di post-rock particolarmente punitivo reinventato. Un basso ad arco crea il sonoro drone che introduce “Ugly & Vengeful”, che lancia un bellissimo incantesimo oscuro sotto la voce impennata di Anna. Quella frenetica intensità simile al gruppo di Michael Gira ritorna per la seconda metà della traccia, che la vede passare a un grido agghiacciante, costruendo una cacofonia totale di rumore, ritmo e sintetizzatore-surrealismo.
“Källans Återuppståndelse” offre un assaggio del lato più minimalista dell’autrice: un pezzo sereno, poco stratificato e meravigliosamente strutturato che offre una delicata tregua dal vigoroso slancio del set. Lasciare un’impressione con materiale massimalista come “Ugly & Vengeful” è una cosa, ma inchiodare davvero gli spazi intermedi è una testimonianza della straordinaria versatilità di von Hausswolff sia come autrice di canzoni che come compositrice. Come “Wander With Me/Deliverance” conclude la performance della band, e in qualche modo riesce a riprendere il vasto materiale consegnato nell’esibizione in terra svizzera.
“Live at Montreux Jazz Festival” è un’uscita commovente e potente. Essere stata in grado di registrare questo disco al festival jazz più prestigioso del mondo la dice lunga sull’incredibile versatilità della compositrice!!!
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