Extrawelt sono Arne Schaffhausen e Wayan Raabe. Entrambi in circolazione da circa 40 anni, fanno musica insieme da almeno la metà del tempo. Ma c’è qualcosa di diverso questa volta. Certo, i precedenti dischi di Extrawelt sono sempre stati in qualche modo diversi, eppure hanno sempre coinvolto l’ascoltatore in atmosfere familiari. Eppure in “Unknown”, c’è qualcosa di nuovo: i piedi non possono fare a meno di seguire il ritmo, la mente divaga e le dita seguono tastiere immaginarie senza sosta. Sembra tutto in ordine eppure c’è qualcosa che sembra rotto.
Qualcosa è sporco, qualcosa è fuori posto. Qualcosa è indubbiamente Extrawelt ma al tempo stesso ineluttabilmente diverso da ciò che ci si aspetta dal duo di Amburgo. Linee di basso profonde e batterie taglienti… da un lato pensi di conoscere questi suoni, dall’altro forse non li conosci affatto. Quello è un synth o una voce? Tutte le domande trovano una risposta alla traccia 7, ‘St. Morley’, è lì che si capisce che “Unknown” non è (più) solo techno, ma un genere completamente nuovo. Neo‐electro? Alternative Electronica? Emo‐EDM?
Semplicemente Extrawelt.


 

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