ERIC HILTON- “Infinite Everywhere” cover albumDopo 25 anni come co‐fondatore, autore e produttore del gruppo downtempo Thievery Corporation di Washington, D.C., Eric Hilton pubblica il suo primo disco da solista intitolato “Infinite Everywhere”. Il lavoro è un distillato di bellissime e malinconiche melodie oniriche realizzate con una strumentazione studiata per suscitare emozioni profonde, così come profondissime sono le ritmiche dub/trip hop. L’album è un’elegante esplorazione dello spazio interiore che lascerà l’ascoltatore con la sensazione di essere riempito e centrato.

Mentre i Thievery dipingevano con un ampio pennello musicale, saltando da un genere all’altro da un album all’altro, e talvolta anche all’interno dello stesso disco, il debutto solista di Eric è distillato, concentrato e più personale. Il titolo e il concetto della raccolta sono antecedenti all’attuale crisi globale, ma sono notevolmente preveggenti, e trasmettono sentimenti contrastanti di malinconia e ottimismo in egual misura.

Registrato durante il tardo autunno e l’inizio dell’inverno del 2019, “Infinite Everywhere” è uno dei due o tre album da solista che Hilton sta per pubblicare nel 2020. Fusi, da un arretrato di frammenti di canzoni, idee e brani finiti – molti inizialmente riservati ai Thievery – e alcuni nuovi, furono intrecciati insieme nello studio del nostro, Winter Palace a D.C., e fu l’inizio di quello che dice sarà nei prossimi 25 anni la sua carriera. Il tutto è nato perché Eric Hilton avvertiva il bisogno di operare in conto proprio, mettere a frutto le idee più propriamente sue anche perché i T.C., in realtà, lavoravano separatamente per poi riunirsi alla fine per scegliere quali tagli apportare. Costretto da quella che sembrava una fabbrica di musica a volte esplorare materiale da solista è stato un progresso naturale per Hilton.

“Infinite Everywhere” racchiude le meditazioni musicali del musicista. Strutturato in movimenti trance-like, il lavoro si muove senza sforzo attraverso diversi tempi e lo spazio. Si tratta di una collezione splendente di sexy lounge indotto jazzy trip-hop, elegantemente spiegata intorno ad arrangiamenti sfumati dal ritmo costante della title track, di apertura attraverso la afosa planata di “More Beautiful Things”, che si dispiega su un’orazione molto ‘educativa’ sull’euforia di un viaggio acido.

Al nostro piace comporre per proprio conto, lo ritiene maggiormente rilassante e, soprattutto, non ha bisogno dei consigli di nessun altro, ma di fidarsi solo di sé stesso.

Disco che ben si adatta per gli ascolti serali durante questa stagione, leggero e fresco come la brezza marina!!!


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