I flashback compaiono immediatamente quando si registra la strumentazione (flicorno e pianoforte) e il materiale (standard jazz e ballate ‘Great American Songbook’) su “The Song Is You” di Enrico Rava e Fred Hersch.
Tra questi, “Diane” (Steeplechase, 1985) di Chet Baker e Paul Bley e “The Heart Of The Ballad” (Philology, 1988) di Baker ed Enrico Pieranunzi. L’associazione Baker è affermata dal brano di apertura di “The Song Is You”, Antonio Carlos Jobim, “Retrato em Branco e Preto”.
Il tono intimo e carezzevole di Rava e il gentile accompagnamento di Hersch suggeriscono che il disco non spaventerà i cavalli. Ma aspetta. Questo è solo per i principianti. Nella traccia successiva, “Improvisation”, i due si avventurano più lontano e rimangono lì per il resto del lavoro.
Il cromatismo è fuori dal menu e il lirismo è saldamente al centro della scena, ma le strutture armoniche delle singole tracce vengono esplorate e allungate. Così anche l’atmosfera storicamente percepita di “I’m Getting Sentimental Over You” di George Bassman, che qui è così sbarazzina da rasentare il comico.
Quindi, lungi dall’essere semplicemente un piacevole sguazzare nella nostalgia, “The Song Is You” percorre sentieri sconosciuti mentre, rassicurante, non perde mai di vista i propri punti di partenza. Lungo la strada ci sono due originali, “The Trial” di Rava e “Child’s Song” di Hersch, che stanno comodamente tra i loro illustri compagni.
Per quanto avvincente sia l’intero album, i momenti migliori vengono salvati fino all’ultimo. “Misterioso” e “Round Midnight” di Thelonious Monk, quest’ultimo solo per pianoforte, sono squisiti.
Ogni fan del jazz probabilmente conosce ognuno di questi brani così come qualsiasi altra cosa si possa nominare nel canone degli standard jazz, ma le versioni di Enrico e Fred sono fresche e piene di nuove promesse come una mattina di primavera.
Un album ‘discretamente’ sensazionale!!!
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