Se parliamo di eccellenza elettronica, allo stato attuale dobbiamo riservare una piazza d’onore al duo di Bristol composto da James Ginzburg e Paul Purgas. Il primo è anche responsabile delle etichette Subtext e Arc Light Editions (luogo di ristampe fondamentali per Arthur Russell, Joan La Barbara, Pekka Airaksinen e numerosi altri).
Al crocevia tra musica concreta, installazioni sonore e white noise i nostri realizzano uno dei più crudeli e credibili esempi di musica organica del 2019.
La ricerca sonora del duo si è sempre spinta in luoghi dove il suono acquista valenza concettuale. È arrivato il momento per gli Emptyset di confrontarsi con l’intelligenza artificiale in cui si immagina la musica delle macchine, l’automazione creativa del suono sintetico. Esito di uno studio di diciotto mesi attorno a un sistema di reti neurali artificiali, “Blossoms” – di nuovo pubblicato da Thrill Jockey – racchiude mezz’ora di conformazioni ritmiche e timbriche esenti da un ulteriore intervento umano. Ogni traccia è titolata con un elemento minimo della pianta fiorita, dal petalo allo stame, dal bulbo al polline.
Battiti e contrazioni muscolari inconsulte (“Petal”, “Pollen”), lente fughe prospettiche sottocutanee (“Blade”, “Clone”), chiassosi cicli riproduttivi cellulari (“Axil”, “Filament”) e fluide correnti di particelle atomiche (“Bulb”): sono solo alcune delle potenziali suggestioni offerte dal fervente apparato di composizione generativa.
Il risultato è glaciale, quasi inumano, non c’è possibilità di fuga, forse solo “Blade” sembra possedere un profilo ambient, ma è un momento.
Un disco di un rigore formale impressionante, che conduce verso un senso di oppressione da cui non c’è scampo!!!


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